Originariamente apparso su Isola Illyon.
Ra – esattamente il dio egizio – compare nel film Stargate del 1994 nei panni del supercattivo che desidera l’eternità. |
Il terzo è quello di cui parlerò nell’articolo: Stargate, la porta per le stelle. In realtà in tutto l’universo SG c’è più di uno stargate, ma quello più famoso compare nell’iconico film del 1994. In quel caso, la porta metteva in comunicazione l’Antico Egitto e Abydos, un pianeta alieno, non l’omonima città egizia, spiegando in questo modo la natura delle Divinità dei Faraoni.
Il film è talmente famoso che credo non serva parlarne oltre, né spiegare l’esatto funzionamento di uno stargate – che alla fine è un wormhole, un tunnel spaziale. Quindi perché scriverci un articolo? Di recente Rai4, la mia amata Rai4, ha ripreso la serializzazione di Stargate Atlantis, una delle tante produzioni partite dal film del 1994.
La storica squadra di SG-1: dal Dr. Jackson e Colonnello O’Neill, alla altrettanto importante Tenente Carter, fino ad arrivare a Teal’c e al Comandante Hammond. |
Contemporaneamente alla SG-1, nel 2004 era iniziata la serializzazione anche di Stargate Atlantis, che riprende la narrazione da dove il Comando Stargate invia una squadra nella Galassia di Pegaso alla ricerca di… Atlantide.
Anche Atlantis venne poi cancellata da parte di SyFy che, evidentemente con qualche problema di personalità, commissionò però una nuova produzione: Stargate Universe. In questo caso i pareri della critica si sono fatti decisamente lapidari, sia per l’abbassamento del target ad un livello più adolescenziale, sia perché i fan di Atlantis non approvarono affatto la manovra (e ci credo bene!).
Infine, concludiamo la carrellata con Stargate Infinity (del 2002), unica serie animata, ambientata trent’anni dopo la SG-1 e bloccata direttamente dopo una stagione, visto lo scarsissimo successo ricevuto. Non me ne sorprendo: nel momento in cui lo storico sceneggiatore Brad Wright la dichiarò non canonica, gli ascolti colarono a picco (che strano… sempre più strano!).
Ecco la nuova squadra SG che compare in Atlantis: in alto a destra, chiaramente riconoscibile, Jason Momoa. |
In ogni caso si è rivelata apprezzata tanto da convincere Rai4, finalmente direi, all’acquisto del primo spin-off: Stargate Atlantis, arrivata in Italia con ben dieci anni di ritardo rispetto all’uscita americana, ma posta accanto a titoli come Battlestar Galactica e Caprica, Babylon 5 (trasmessa per intero, anche gli extra!), Farscape e Star Trek (quella classica, mica ceci!).
Atlantis è ricominciata da poco e può essere un buon prodotto per gli appassionati di sci-fi perché, pur ingranando con una certa lentezza, prosegue in salita diventando sempre più interessante, in quanto di volta in volta introduce popolazioni diverse che non lascia a morire, ma che riprende anche a distanza di stagioni. Per quanto riguarda i cattivi, ci sono dei cattivi assoluti, che sono i Wright. Tuttavia, in un paio di occasioni i nemici diventano alleati e allo stesso modo, a volte, questi ultimi diventano antagonisti: questo mischia le carte in tavola, accattivandosi l’attenzione dello spettatore. Un altro dettaglio, che può piacere o non attrarre, è la mai morte definitiva dei personaggi – già introdotta in SG-1, poiché Daniel muore, diventa un asceso, e torna con un corpo materiale nelle ultime stagioni. A me questi espedienti non piacciono, però devo ammettere che Atlantis riesce in qualche modo a dar loro un dinamismo insolito. Infine, per incuriosire le fan più sfegatate di quel bel ragazzo che in Game of Thrones si chiama Khal Drogo, l’attore Jason Momoa appare sempre piuttosto “barbaro” nelle stagioni da 2 a 5. Diciamocelo: in GoT non ce lo siamo goduto per bene, muore troppo presto. In Atlantis, invece, copre un arco di 4 stagioni: 80 puntate (non appare proprio in tutte tutte, eh!) per apprezzarlo.
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