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lunedì 16 febbraio 2015

Chi ha incastrato Christopher Paolini?


christopherpaolini 

Originariamente apparso su Isola Illyon.

L’ultima volta che Christopher Paolini ci ha dato notizie certissime è stato al Lucca Comics & Games del 2012, quando è stato uno degli ospiti principali dell’area games (invitato niente di meno che da Terry Brooks!). In quell’occasione ha rivelato il progetto di un quinto libro del Ciclo dell’Eredità (di cui attualmente fanno parte Eragon, Eldest, Brisingr, Inheritance) e di un libro di fantascienza. D’altro canto, come non capirlo? Dopo quattordici anni di alacre stesura di canovacci fantasy, è più che lecito sentire forte il richiamo verso altri generi ancora inesplorati. Ha dichiarato proprio testuali parole, che “non importa in che genere sarebbe entrato, anche quello dei romanzi rosa sarebbe andato bene” … l’importante è che non fosse di nuovo fantasy.
Ha scelto per la sci-fi e a noi non dispiace, anche perché è un grande fan di Dune, Alien, Doctor Who, Starship Troopers, Terminator e di John Carpenter (che fa genere a parte) e questo potrebbe significare che il genere, in fondo, lo mastica eccome. Anche se, lo sappiamo bene, fra essere appassionati di qualcosa e saper scrivere in quel genere c’è sempre un abisso.
Inoltre, grazie ad un attento spettatore, al LC&G del 2012 a Paolini venne posta una domanda cruciale: avremo mai un adattamento a fumetti del Ciclo dell’Eredità? E Christopher rispose che lui lo vorrebbe, che gli piacerebbe lavorare con un illustratore per dar vita al suo mondo e che, essendo più libero dagli impegni, avrebbe potuto pensarci seriamente. Ecco, altra carne al fuoco.
Parrebbe che la gestione di questa grigliata gli stia risultando piuttosto complessa. Fino ad ora i libri del Ciclo dell’Eredità sono usciti con regolarità a distanza di massimo tre anni l’uno dall’altro. Ora siamo ben oltre questa soglia, perché Inheritance è del 2011. Né si hanno notizie di nuovi adattamenti cinematografici, perché per la 20th Century Fox il progetto è stato un po’ un flop, viste le asprissime critiche ricevute dai fan. Paolini stesso riconosce che il regista e lo sceneggiatore, rispettivamente Stefen Fangmeier e Peter Buchman, hanno voluto trasporre la loro idea del mondo di Eragon e non quella dell’autore, e quindi dei fan. Un cambio di vedute che si è concretizzato in un film passato sottotono e, ormai, in quasi dieci anni di silenzio, i quali sembrano confermare che non se ne farà più nulla dell’adattamento per grande schermo. E speriamo che a nessuno venga la malsana idea di farci una serie tv, come ultimamente sembra andare tanto di moda.

christopherpaolinieragon
Beh, dai… almeno c’era John Malkovich. Come dite? Non è servito a niente, eh?
Ma Paolini se lo potrà davvero permettere di continuare ad aspettare e rimandare l’uscita del quinto volume del Ciclo dell’Eredità? Sappiamo di per certo che la sua intenzione primaria è far arrivare in libreria il libro sci-fi, a riprova del suo desiderio di evadere dal fantasy e, forse, anche di rinnovarsi come autore, dimostrando di essere più versatile di quando lo abbiamo conosciuto con Eragon. E si sa: per l’editoria la versatilità di uno scrittore è fondamentale. Significa che ti si possono commissionare libri anche fuori dal tuo genere, e avere comunque la tua firma (cioè la tua fama) e il tuo tocco (cioè i tuoi numeri di vendita).
Con cinque pagine di sci-fi al giorno, ci sarà però molto da aspettare per avere questo prodotto fra le mani… e ci sarà da aspettare ancora di più per tornare nelle terre di Alagaesia.
I fan smetteranno di essere tali? Probabile, soprattutto in Italia dove siamo abituati a seguire l’onda della monda e dopo tre libri ci stufiamo di un autore. Con le dovute eccezioni, si intende – ma prima o poi anche George R. R. Martin passerà di moda per fortuna.
Ci sarà un continuo apporto di nuovi lettori alle opere di Paolini? No, molto improbabile. I libri alti non piacciono molto al pubblico italiano. Inoltre, se nel nostro Paese un libro finisce nel dimenticatoio difficilmente uscirà dallo sgabuzzino. Ci resterà fino a che una nuova onda di fama non spazzerà la polvere dalle cantine. Questo processo, però, in questo preciso momento dell’editoria è estremamente difficile, visto il continuo (e forse eccessivo) ricambio di mode, sempre così forti da mangiarsi ampi pezzi di mercato senza lasciare troppo spazio alle alternative.
Insomma, almeno sul versante mercato italiano sarà molto difficile che Paolini riesca a recuperare il terreno perso con solo un paio di anni di ritardo rispetto al suo normale ritmo. Anche perché, devo ricordarlo, se Eragon ha venduto molto e la critica è stata entusiasta di quello che all’epoca era un giovane autore, con Inheritance i numeri sono calati. Sia sul frangente delle vendite, che su quello delle stelline e su quello dell’apprezzamento dei fan stessi, i quali hanno considerato questo capitolo di passaggio con troppe poche risposte e troppo poca sostanza.

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Choose your beast. FIGHT!
Penso che le pagine del Ciclo dell’Eredità siano eccessive, perché con un’altezza del genere sicuramente c’era possibilità di tagliare, soprattutto a fronte di una scrittura a volte troppo tradizionale – ovvero pesante. E troppo descrittiva per questo momento della letteratura, che vuole qualcosa di più veloce, fresco e diretto, anche infarcito di parolacce e scambi di battute salaci oltre che sagaci – e queste sono carte che hanno decretato il successo di Martin.
Però, penso anche che Paolini, se non riuscirà a trattenere il successo, sarà una perdita per il mercato editoriale. Se non apprezzo particolarmente il suo modo di scrivere e fare trama, non posso che apprezzarlo come autore dalle mille passioni e sfaccettature, con un bagaglio culturale in ambito fantasy e fantascientifico davvero invidiabile e, ne sono certa, questo concorre a dargli buone idee, interessanti e varie. C’è ancora bisogno di autori appassionati, oltre che tecnici. C’è bisogno di autori che continuino a scrivere le storie che vorrebbero leggere, oltre a quelle che vendono. C’è bisogno di autori con enormi progetti in testa e tanta passione: sono quelli in grado di trasmettere le emozioni più grandi.

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