Loki&Thor: Fratelli di Sangue
Capitolo 5: La verità
La nebbia con cui si
era annunciata Hela tardava a diradarsi. Nonostante la Regina di
Niffelheim fosse ormai svanita dal palazzo reale di Asgard, il denso
fumo grigiastro, greve di un odore di vecchio e di umidità,
continuava ad aleggiare per la stanza del nuovo sovrano.
Loki espirò, un
gesto che tradì tanto sollievo quanta preoccupazione. Alternò lo
sguardo fra un punto e l'altro, come si aspettasse di vedere Hela
emergere di nuovo dal buio. Attorno a lui non c'era altro che sfarzo,
non accadde niente.
Il Mistificatore
mosse un passo. Poi un altro, un altro, un altro ancora, in modo
meccanico.
-Non più maestro di
inganni...- sussurrò avvicinandosi al piccolo bacile di pietra
incastrato in una pedana. Sedette sullo scalino, fissando gli occhi
azzurri sulla superficie dell'acqua -Ma... cos'è Loki senza Thor?-
mormorò stringendo i pugni e appoggiandoli alla fronte. Chiuse gli
occhi.
Erano nel parco di
Asgard. La giornata era piacevolmente calda, il cielo terso, il sole
un punto brillante oltre le torri più alte e massicce del maniero
della famiglia reale. Quel giorno, il loro saggio tutore aveva deciso
di fare lezione all'ombra di una grossa quercia. Loki aveva cercato
di imporsi attenzione, ma non c'era cosa detta dal vecchio che lui
non conoscesse. Ogni parola dell'istitutore suonava già sentita,
poco interessante, addirittura banale e adeguata soltanto a suo
fratello. Poteva voler bene a Thor, ma sapevano entrambi che la sua
mente poteva essere riempita soltanto di facili concetti. Questo lo
doveva sapere anche il l'insegnante.
Il giovane Loki
sospirò e afferrò un rametto, graffiando il terreno, strappando
l'erba e incidendo la terra morbida.
-...perché non c'è
nulla in tutto il Creato che possa esistere senza il suo opposto.-
con pazienza, il maestro riprese la propria spiegazione, fissando lo
sguardo intenso su Thor, che lo ascoltava corrucciato -È l'oscurità
che definisce la luce. Il dolore che dà senso al piacere. L'assenza
a renderci consapevoli della presenza.-
-Ma allora deve
essere vero anche il contrario, maestro! Se l'oscurità definisce la
luce, la luce a sua volta definisce l'oscurità.-
-Eccellente
intuizione.- sorrise alla fine l'anziano, massaggiando l'accenno di
barba -Loki, ti prego di prestare attenzione alla lezione.- quando lo
ammonì, il ragazzo gli sferrò un'occhiata affilata e gelida -E non
rivolgere quell'espressione rabbiosa al tuo maestro!- aggiunse
sentendo l'irritazione montargli dentro. Con lentezza, Loki concluse
l'ultima curva del cuore inciso sul terreno.
-Conosco già ogni
idea cercherai di metterci in testa oggi.-
-Istruirvi è il
mio...-
-Lavoro?- ironizzò
il ragazzo -Ma certo.- lo sguardo divenne beffardo, il vecchio
afferrò il bastone tenuto al fianco e scattò in piedi.
-Questa irriverenza
è inadeguata per un principe, impara l'umiltà.- sbottò abbattendo
la verga contro di lui. Loki sorrise e, come immaginava sarebbe
successo, Thor afferrò il legno prima che potesse colpirlo.
-Questo non è in
vostro diritto farlo.- la voce del guerriero si fece grossa -E non
stava disturbando...- concluse con maggior esitazione, alternando lo
sguardo fra suo fratello e l'istitutore.
-La sua attenzione
mi è dovuta.- era esasperante avere a che fare con il giovane
principe. Non c'era volta che non lo trattasse con sufficienza, volta
in cui non tentasse di metterlo in ridicolo, volta in cui non si
dimostrasse più arguto di ogni tranello dialettico in cui cercasse
di trascinarlo.
-Sono sicuro che già
conosceva gli argomenti della lezione...-
-I vostri genitori
saranno informati di questo.- concluse il maestro strappando il
bastone dalla presa di Thor. Scoccò un'ultima occhiata adirata a
Loki e se ne andò.
Il Mistificatore
tirò un profondo sospiro e si stese a terra. Incrociò le braccia
dietro la testa e piegò una gamba, fissando il cielo azzurro
intenso.
-Era ora che quel
vecchio babbuino la piantasse con quelle scemenze.-
-Loki, ti costa
tanto smettere di far incazzare quel vecchio?- sbuffò Thor andando a
sedere all'ombra della quercia -Io quelle cose non le so, non mi
saranno mai utili... ma mi interessano.-
-Te le posso
spiegare anche io.-
-E quando? Quando
non siamo insieme a fare lezione, tu sei con nostra madre a studiare
e io dal maestro d'armi. Il poco tempo che ci rimane siamo così
stanchi che...- si infilò le mani nei capelli, arruffandoli con
fastidio -Non vedo l'ora che arrivi il nostro momento, presto potremo
iniziare a guadagnare il rispetto che meritiamo, lavorando per
Asgard... conosci Sif?-
-Chi? La guerriera
bionda? Quella che se la tira solo perché maneggia la spada a due
lame?-
-Lei. Ha due anni
meno di noi, e già partecipa alle battaglie.- raccontò con
ammirazione.
-Non elogiarla
troppo... sta nelle retrovie.- il sorriso di Loki si fece sarcastico.
Le poche volte che aveva visto Sif a palazzo, la ragazza aveva
ostentato un atteggiamento a dir poco superbo. Si era goduta gli
elogi di Odino, aveva raccontato le sue gesta come fosse.
Gonfiandole, lo dicevano tutti, ma Thor aveva sete del campo di
battaglia, desiderava farsi valere e quella Sif per lui non era che
un esempio cui aspirare.
-Per chi era quel
cuore?- chiese all'improvviso il guerriero. Loki si tirò a sedere,
scambiando con lui uno sguardo imbarazzato.
-Per te.- rispose,
facendo calare un lungo attimo di silenzio -Insieme a nostra madre,
sei la persona a cui voglio più bene.-
-Anche io ti voglio
bene fratello.- sul viso squadrato di Thor tornò il sorriso -Dopo la
sfuriata che hai fatto contro nostro padre temevo...-
-Non è né colpa
tua, né colpa di nostra madre. A voi voglio bene.-
-Dovresti volerne
anche a lui, sono convinto che lui te ne vuole.- bofonchiò
scrollando il capo.
-Non credo sia così.
Odino non ha occhi che per te.- commentò Loki fingendo sarcasmo.
-Certo, e Frigga ne
ha soltanto per te. Chi è che istruisce, eh? Me forse? Io sono il
suo adorato figlio tonto.- scoppiò in una fragorosa risata, cui
presto si unì anche suo fratello.
-Ma sei il guerriero
che Odino voleva per figlio. E poi... io non sono suo figlio.- il
Mistificatore tornò serio molto presto, stirando le labbra in un
sorriso amaro.
-Non abbatterti.-
Thor si tirò in piedi e andò a sedere vicino a lui. Gli diede una
pacca sulla spalla -Non ha importanza cosa pensano di noi i nostri
genitori. Tu sei mio fratello e finché saremo insieme, saremo una
forza implacabile. Io il braccio, tu la mente. Chiunque fra me e te
sarà scelto per salire al trono, saremo sempre l'uno il consigliere
dell'altro. E lavoreremo insieme per la gloria di Asgard, daremo
fasto a questo regno, più di quanto chiunque altro abbia mai fatto!-
Loki immerse le dita
nel bacile, rabbrividendo al contatto con l'acqua fredda. O forse, a
dargli quel brivido, era stato lasciarsi andare ai pensieri. Che ne
era stato degli intenti appartenenti a quel passato che ricordava in
modo così vivido?
-È la verità.-
sussurrò -Sono indissolubilmente legato a colui che odio. Come lui
lo è a me...- oscurità e luce si definivano a vicenda, esaltandosi,
contrastandosi, ma mai distruggendosi. Il loro era un equilibrio
costante, indissolubile -Solo la sua morte, o la mia, spezzerà il
cerchio.-
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