Qualcuno afferma che riportare il classico all’interno delle storie “young adult”, ovvero rendere al principe della situazione il suo ruolo di salvatore della principessa, sia qualcosa di apprezzabile e io potrei anche essere d’accordo – dopo le tante produzioni in cui le eroine si salvano da sole. Al fianco di Frozen, Hunger Games, Divergent, Once Upon a Time, perché non mettere un film in cui il protagonista è di nuovo l’eroico principe che arriva al momento giusto per salvare la sua amata? Perché per fare questo inserisci: uno Sean Bean inutile, un cattivo che (dal trailer non si capiva) è affiancato da altri due antagonisti o semi-antagonisti che gli rubano la scena, ed esasperi alcune scene d’azione. Se i presupposti devono essere questi, allora no: restiamo alle principesse che si salvano da sole.
Eppure l’impalcatura di Jupiter Ascending è ottima sotto tanti punti di vista. Il character design delle ambientazioni è qualcosa di meraviglioso fra la resa perfetta di Giove, la spettacolarità delle navicelle componibili, la minuziosità dei particolari sugli abiti e sugli edifici (da notare le statue d’oro che riprendono le pose classiche dei più famosi eroi greci), l’unicità degli stili che accompagna i tre fratelli (divisa fra gotico, mediorientale e puro sci-fantasy), le peculiarità sempre diverse di tutte, davvero tutte le comparse: il comparto visivo lascia a occhi spalancati e a bocca aperta. E per gli amanti del fantasy puro, vengono pure aggiunti dei lucertoloidi che combattono in volo fra una pesudo-cattedrale diroccata e pseudo-in-fiamme – e che non guastano mai per dare un tocco esotico alla sci-fi.
No, davvero: il comparto grafico non è descrivibile a parole, supportato e arricchito da una colonna sonora che sa irrompere o sussurrare nei momenti giusti e sempre con la giusta forza. A differenza di quanto succede in molti film fantasy o scifi, o peggio d’azione, la musica non passa affatto sottotono. La mia regia, inoltre si è entusiasmata al “pew pew” delle armi laser, diverso dal solito ed evidentemente appassionante.
Quindi ampio livello di dettaglio non solo nei character design, ma anche nelle dinamiche socio-politiche e una resa effettiva forse troppo incalzante e perciò poco d’effetto. Se film troppo lenti sono pessimi perché ti danno il tempo di valutare come potrebbe essere la scena successiva e quindi perdere il pathos, per contro film troppo densi perdono nel feeling emotivo che si potrebbe avere con i personaggi. Anche le tempistiche cinematografiche sono una scienza.
Non volevo dirlo ma lo dico: forse c’era bisogno di tre film al posto di uno. Forse c’era bisogno di più spazio per la trama, allora l’ascesa ventilata nel titolo sarebbe stato un cambiamento più profondo e sentito, sia da parte di Jupiter che da parte degli spettatori.
Dicevamo, riprogrammazione della memoria su vasta scala che ricorda molto lo spara-flash dei MIB. Questo è solo uno dei riferimenti che possiamo trovare in Jupiter Ascending: le trame politiche, la complessità sociale e in parte l’ambientazione ricordano molto Dune; la burocrazia impossibile sembra un tributo allo sfortunato Brazil; l’Egida ricorda il Proclama Ombra di Doctor Who; le navicelle componibili sono imparentate con quelle di Guardians of the Galaxy e con alcuni mezzi di Final Fantasy. E tutto ha il piacevole sapore di “cose già viste ma che qui ci piacciono e che quasi quasi sembrano nuove”.
Il film si apre sulla vicenda dei genitori di Jupiter e solo dopo cinque minuti ritroviamo la protagonista e immigrata irregolare in America. Si guadagna da vivere pulendo gabinetti, questo lo abbiamo capito anche dal trailer, e per avere i soldi necessari a farsi un grosso regalo decide di vendere i propri ovuli (e bravi Wachowski, dove si era mai sentito un dettaglio simile?). Durante l’operazione tentano di ammazzarla e lui – Caine aka Channing Tatum – la salva, introducendola in un mondo ben più complesso di quanto Jupiter avrebbe mai immaginato.
Insieme a lei, Caine – ferito e medicato con un assorbente (Wachowski, io vi amo) – decide di rifugiarsi da Sean Bean. A quel punto, le api riconoscono Jupiter come Titolata – anzi meglio, come Ricorrenza della defunta regina, madre degli antagonisti.
Da questo momento in poi, Jupiter verrà sballottata da un fratello all’altro, fino a fronteggiare il primogenito Balem Abrasax, a capo di una sterminata industria che alleva esseri umani per estrarne la vita, il tempo – il bene più prezioso dell’universo, quando a disposizione hai ricchezze inimmaginabili.
Ovviamente l’happy ending è d’obbligo, è comunque un film young adult.
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