Originariamente apparso su
Isola Illyon.
L’avventura di
Lorenzo Ceccotti, in arte
LRNZ, con
Golem era iniziata anni fa, quando nel 2010 aveva pubblicato
il suo primo capito su PicNic, rivista autoprodotta con il collettivo dei Superamici di cui faceva parte. Poi più niente, fino a che
BAO
Publishing è riuscita a convincere questo geniale autore a rinchiudersi
al lavoro per sei mesi e a dare alla luce un progetto su cui ragionava
da ben vent’anni.
Così possiamo finalmente avere fra le mani la nuova fatica di LRNZ:
Golem, una graphic novel italiana di genere fantascientifico distopico
che, però, non ha nulla a che spartire con il resto della produzione
del nostro Paese. Si tratta di qualcosa di diverso dalle classiche opere
italiane, in cui (escluso il fumetto seriale) affrontare la
fantascienza è ben difficile. Più fortuna si ha con i temi sociali, ma
sempre legati a microrealtà, e visti con risvolti personali. In Golem,
invece, si trova qualcosa di più: ci si immerge in
un mondo
intero, e la vastità dei personaggi presentati, delle situazioni e dei
temi dà proprio la sensazione di una realtà curata a 360 gradi.
Forse è questo il grande punto di forza dell’opera di LRNZ: essere
ambientata nel futuro ma sfruttare temi del presente, essere il nostro
Paese ma irriconoscibile, suggerirci che quelli siamo proprio noi ma in
altre vesti. È questo, forse, il punto di forza della distopia.
Roma, anno 2030 – L’Italia fa
parte della Lega Eurasiatica e, dopo un periodo buio, finalmente torna a
conoscere il benessere. Un benessere portato all’estremo anche grazie
all’incredibile sviluppo tecnologico, sfociato nel consumismo più
sfrenato. Quattro corporazioni governano ogni cosa e le persone sono controllate attraverso i “
desmophone”,
auricolari ormai indossati da chiunque che permettono di interfacciarsi
direttamente con qualsiasi superficie come fosse un touchscreen. In
questo mondo di apparente felicità, saranno
Steno e la sua amica
Rosabella a costituire il fulcro della storia.
Steno,
ragazzino un po’ strano e fuori posto, vessato dagli incubi, è la
chiave per svegliare le persone dalla condizione di alienazione in cui
ormai vivono… e per raccontare a noi che i sogni possono davvero
cambiare la realtà. Ad affiancare Steno nel suo “
percorso iniziatico”
costellato di loghi di multinazionali e simboli archetipici ci saranno,
oltre a Rosabella, anche i dodici ribelli Shorai e un Golem, con i
quali il ragazzino andrà contro l’autorità del tanto tormentato quanto
dispotico Generale X. C’è una grande domanda che questo racconto ci
lascia: possono davvero i sogni prevalere sul capitalismo?
Sono già state rese disponibili le prime pagine del fumetto, che potete raggiungere
qui.
La cosa che colpisce di più di Golem è sicuramente l’impatto visivo. Le tavole sono grandi e di
ampio respiro, sensazione alimentata dal
colore luminoso, in contrasto con i toni scuri e cupi di quelle a doppia pagina. Anche le
figure ben contornate di nero,
una scelta che alcuni autori scansano perché rivelano errori di
proporzioni o di prospettiva, sono usate senza paura donando una
dinamicità ancora maggiore, sottolineando la differenza fra lo sfondo e
le figure in primo piano.
Per quanto riguarda le influenze che hanno portato LRNZ a creare la
componente grafica in questo modo, è difficile definirle tutte. Da
appassionata di fumetti, la prima sensazione che mi ha investito è
quella di esser stata gettata in un’opera
a metà fra il pop di Andy Warhol e i fumetti di Moebius:
ho ritrovato gli stessi toni di colore, addirittura gli stessi
accostamenti. Da un lato rassicuranti, dall’altro così contrastanti da
disturbarmi.
In merito a questo c’è però da tenere presente che LRNZ è un grafico, prima che un fumettista, e questo si riflette nella carenza della sceneggiatura di Golem. Se alcuni personaggi riescono ad essere ben caratterizzati, altri possono essere dimenticati e altri ancora passano in sordina e vengono ignorati a causa del numero ristretto di pagine. Anche la questione religiosa, ben presente nel primo capitolo comparso su PicNic, qui viene solo bisbigliata, seppur una delle quattro corporazioni al comando sia proprio il Vaticano.
Purtroppo, la scelta di utilizzare moltissime tavole che riempiono addirittura una o due pagine, a volte senza traccia di balloon,
è penalizzante sotto il punto di vista dello spazio narrativo, perché
ne toglie quando invece, in una graphic novel, ne servirebbe un po’ di
più.
Il
punto di merito più grande di LRNZ è, però, quello di portare il
fumetto in nuova generazione, più tecnologica, più avveniristica,
straordinariamente futuristica.
La sci-fi, questa volta, la abbiamo in mano – una sensazione che merita di essere vissuta, anche perché molto più a portata dei Google Glass.
In più le 290 pagine edite dalla BAO Publishing sono corredate da un chip NFC nascosto all’interno del volume: infatti verrà a breve rilasciata un’app studiata appositamente per Golem! Funzionalità? Scansionando il fumetto sarà possibile leggere “oltre” le pagine, individuare
contenuti nascosti e avere accesso al materiale extra che verrà pian piano rilasciato: nuove tavole, spin-off e storie collaterali!
Secondo me Golem vale anche solo per questo.
In definitiva, sleggiucchiando qua e là, mi sono accorta che tutti hanno visto nell’opera di LRNZ influenze infinite. Akira, Moebius, Evangelion, Miyazaki… e io aggiungerei anche Orfani, perché la lotteria è un punto cardine di Orfani: Ringo, e qui la ritroviamo come gioco d’azzardo al prelievo al bancomat. Come
se il mondo artistico italiano immaginasse il futuro del nostro Paese
legato all’azzardo, piuttosto che al sano impegno lavorativo: non è poi così incredibile, no? Non mi stupisco di questo, comunque, perché LRNZ ha partecipato al concept design di Orfani e, ora, Golem cavalca l’onda smossa dalla SBE e portata avanti proprio dalla BAO Publishing, regalando all’Italia un prodotto eccellente e innovativo.
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