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lunedì 16 febbraio 2015

Halo 4: il miracolo della 343 Industries

Originariamente apparso su Isola Illyon.

O sono stupida, oppure effettivamente non ho trovato grandi obiezioni ad Halo 5. Il web è stato ben poco infuocato, gli haters questa volta sono stati combattuti a colpi poco gentili, ma molto efficaci, di frasi sulla falsariga di “non lo compri, affari tuoi, ma non rompere le granate nostre”. Niente utenti che sono saliti a bordo di un pelican per scaraventarlo contro 343 Industries o Microsoft, insomma.

Non me ne sorprendo: la vera bufera c’era stata quando Bungie aveva mollato le redini del progetto Halo dopo il terzo episodio e Microsoft non aveva trovato niente di meglio da fare che annunciare Halo 4! Superata quella schermata di gioco, che vedeva contrapporsi una nascente 343i ai già famosi e amati Bungie, le cose sono andate migliorando, perché in generale Halo 4 e la sua trama sono piaciuti molto, così come è piaciuto il nuovo multiplayer, in cui sono impensabilmente state introdotte abilità degne di un MMOFPS fantasy! 
Che dire? La beta multiplayer di Halo 5: Guardians ha guadagnato parecchie stelline – alcuni gliene hanno attribuite 5/5 e azzardano quel punteggio (provvisorio) anche per il gioco completo. Cosa che io non farei, perché la storia comunque da vedere e valutare a parte. Parlo di trama come un elemento importante, perché la grafica e il gameplay sono ormai rodati e l’aggiunta di un nuovo arsenale, eventuali mezzi di trasporto o abilità legate al multiplayer (magari non solo a quello) non potrebbe comunque rovinare più di tanto la qualità del prodotto. Al contrario, una storia “sbagliata” porterebbe sicuramente molti fan all’ira funesta – e forse all’abbandono?
Comunque, aspettiamo con ansia la recensione della collega Franzon sulla beta del multiplayer – ma da quello che dice, è piuttosto entusiasmante.
Intanto, mi sento in dovere di ricordare che Halo 5 sarà il nono titolo della saga che vede protagonista Master Chief, e il secondo della nuova trilogia iniziata dalla 343i e attualmente nominata “Reclaimer Trilogy”. E secondo me questa nuova porzione della storia di John-117 si qualificherà alla fine nettamente superiore alla prima parte. Se mettete via i martelli gravitazionali e non chiudete l’articolo qui, vi spiego anche il motivo di questa eretica affermazione.
Nostalgie a parte, piuttosto comprensibili, il quarto capitolo ha livellato in positivo la saga, con una grafica ancora più eccezionale di Halo 3 (merito dei tempi, non di altro), è riuscito a sorprendere con la storia laddove la si pensava conclusa e si immaginava un seguito poco accattivante.
La vera perla di Halo 4 è stata, come è ovvio, il multiplayer, che ha introdotto sia per la UNSC Infinity che per la co-op Spartan OPS delle missioni che compongono porzioni di storia parallele rispetto alla trama centrale. Un impegno notevole da parte della 343i e, insomma, per chi ha voglia di giocare, giocare, giocare è stata una mossa molto apprezzata.
Come proforma, bisogna dare anche il merito di aver aggiornato il design di mappe, armi e mezzi – ma questo, comunque, viene sempre fatto. È stato fatto, però, con molta cognizione di causa, sia aggiungendo nuove funzioni ad armi e armatura (a volte ricalibrando gittata e danno inflitto, altre il tempo di ricarica del colpo con il danno e così via, a seconda di esigenze più logiche e introducibili grazie ai nuovi motori grafici e tecnologie migliorate).
Inoltre, sembra che una delle cose che sono piaciute di più sia stata la nuova abilità speciale delle mappe (sono ironica), che caricano le armi in modi casuali, con l’effetto che di partita in partita si spostano, impedendo ai giocatori più sgamati di puntare direttamente alla loro arma definitiva. Uno spasso per chi guarda, e per chi deve comporre nuovi vocabolari di parolacce. Una cosina da niente, che si faceva già negli anni ’90 con altri videogiochi, ma che ha aumentato il divertimento.

halomultiplayer343i
Boom! Morto. Non si può dire che certe uccisioni nel multiplayer siano silenziose.

In Halo 4, nei panni di Master Chief, veniamo risvegliati da Cortana mentre la nave, Forward Unto Down, in cui viaggiavamo ibernati viene attaccata dai Covenant. A questo punto, dobbiamo riattivare le difese, scopriamo che il Pianeta vicino al quale navighiamo è dei Precursori e un misterioso raggio arancione ci scannerizza. Bell’inizio, nulla da dire.
E poi? Fra numerosi missioni ci scontriamo con i Covenant, ma anche contro i Prometeici – i nuovi nemici introdotti in Halo 4 – capeggiati dal Didatta. Nuove rivelazioni per gli appassionati: scopriamo quali intrecci uniscono umanità, Precursori, Flood, Prometeici e il Didatta, ma soprattutto veniamo a conoscenza del Compositore, arma in grado di trasformare la vita biologica in un equivalente digitale… arma che rischia di essere rivolta contro l’umanità. Ma soprattutto ancora!, “quello che resta” della Bibliotecaria ci dice che il Compositore non ha effetto su Master Chief – il quale rappresenta il massimo dell’evoluzione umana e il prodotto di generazioni di pianificazione. Il che pare confermare quanto si ventila nel prologo di Halo 4, cioè il fatto che il Progetto Spartan non è totalmente pulito.
La nostra IA, Cortana, in tutto questo alterna momenti di lucidità ad altri di pura follia, e ha sempre più difficoltà ad aiutare Master Chief e a far funzionare le sue routine in modo normale.
Si susseguono gli scontri fra John-117 e il Didatta, e in uno di questi il nemico riesce ad impossessarsi del Compositore. Nonostante tutto, il nostro eroico spartan riesce ad uccidere il Didatta e a distruggere il Compositore con una testata nucleare, che deve attivare manualmente.
Ma non è finita. Pensavamo morisse qui… invece il nostro soldato riapre gli occhi davanti a Cortana. Lui è al sicuro, ma lei andrà distrutta, perché il suo chip è ormai esploso. Master Chief resta in orbita terrestre fra le macerie, ma viene riportato a bordo dell’Infinity, dove si impedisce di dar spazio all’amarezza per la perdita di Cortana.
Infine, mentre John-117 si dirige nel settore dove si trovano gli Spartan IV per farsi disassemblare l’armatura, risuona la voce del Didatta, che promette nuovi tentativi di affermare la superiorità dei Precursori e di distruggere l’umanità, unica vera minaccia per la vita nella galassia.
Ora, sinceramente, con una storia così, di cui sopra ho messo giusto il riassunto del riassunto, mi spiego definitivamente perché Halo 4 ha avuto un riscontro molto positivo – da quasi cinque stelline su cinque. Il rischio, più che altro, è di finire un po’ come Iron Man 3 o Batman: Il ritorno del cavaliere oscuro, che se affrontati con episodi precedenti molto alti… risultano deludenti. Tuttavia Halo è un videogame, ha un team creativo più ampio rispetto ad un film (dove quelli che contano sono il regista o lo sceneggiatore, al limite il produttore se ha voglia di essere ingerente). E proprio il team più ampio e la voglia di fare della 343i potrebbero essere realmente la forza vincente di Halo e permettere ad Halo 5: Guardians di non perdere il colpo rispetto ai titoli che lo hanno preceduto.

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