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lunedì 16 febbraio 2015

Bren Gattonero: Stagioni di Passaggio

Originariamente apparso su Isola Illyon.



L’albo è enorme e interamente in bianco e nero. Il tizio grugnoso sulla copertina mi fissa con occhi minacciosi, invitandomi a iniziare la lettura. Imponendomi di iniziare la lettura. Non voglio farlo: sono troppe pagine, pagine di un fumetto italiano… troppo alto, troppo ignoto, troppo potenzialmente brutto. Quando penso al fumetto italiano purtroppo visualizzo subito scene già viste e battute scontate, perché Bren Gattonero dovrebbe essere diverso? E per di più è fantasy. Miei Dei, il fantasy in Italia è… difficile. Tremendamente difficile. Lo apro, lo sfoglio: una trentina di stili diversi di disegno. Per gli Eterni, in cosa mi ha imbarcata il Direttore? Ma lo devo leggere, e questo è quanto. Apro con coraggio la prima pagina… e trovo una cartina. Bella la cartina. E poi che c’è…
 
un errore di lettering dopo cinque pagine. Un enorme errore di lettering dopo cinque pagine: nel titolo di una introduzione. Ora, prima di iniziare la parte seria della recensione… maledizione, editore CrazyCamper, fate attenzione! Con tutti gli errore che avete dimenticato di correggere nel massiccio volumone di Stagioni di Passaggio mi sorprendo che non ce ne siano nella cartina… scherzavo, ad un secondo sguardo c’è un errore di digitazione anche nella cartina. Va bene, ho capito, mi rassegno: è la firma di CrazyCamper. È vero che un lettering sbagliato non inficia completamente la storia, però è fastidioso.
Ho un altro sassolino da togliermi e dopo inizio sul serio la recensione.
Troppi disegnatori, troppe matite diverse. E le posso accettare tutte, a parte una – quella del Capitolo 12 curato da Federico Bertoni, che ha uno stile più adeguato ad una one shot sul Lanciostory, che ad un capitolo fantasy di Gattonero.

brengattonerostagionidipassaggiocrazycamper 

Detto questo, iniziamo sul serio.
Come ho detto, l’albo è in bianco e nero, ma non importa. Sangue, e liquidi corporei in generale, rendono bene anche così – e la quantità è tale che trasudano dalle pagine. Una cosa insolita per un fumetto italiano, ma forse ci siamo tutti scocciati del “politically correct” e dello “young adult”, e finalmente siamo arrivati al dolce, alla parte “martiniana” delle menti dei creatori di storie italiani.
Il protagonista è violento, volgare, pazzo e fanatico, e non si fa scrupoli a combattere il male ad armi pari. Con questa premessa chi, come me, cerca qualcosa di diverso dal fantasy per “ragazzini” non può che entrare in sintonia con Bren Gattonero. E il fumetto, in generale, gli piacerà.
Al fianco del Gattonero, una scrofa dal fiuto infallibile (e per scrofa si intende esattamente un maiale femmina) – una scrofa bianca in un allevamento di maiali neri cresciuti da frati che “a parte grattarsi lo scroto tutto il santo giorno e pregare il Signore, c’è una sola cosa che gli riesce bene… allevare i porci”. E poi c’è una ragazzina in grado di possedere gli spiriti e i demoni – cresciuta dalle stesse forze sovrannaturali nel cuore della foresta, dopo che la madre è stata impiccata direttamente alla sua nascita. Infine, un frate fedele ai dogmi del suo ordine… almeno fino a che non conosce Arcadia l’ammazzastreghe. Con lei intreccerà una storia di sesso violento (!), più sadomaso di 50 Sfumature di Grigio e ho detto tutto. Anzi no, non ho detto tutto: questi, prima di finire a letto, discutono insultandosi, si picchiano un pochettino e poi arriva il sesso violento.
Personaggi meravigliosi, grazie a Tommaso Destefanis che ha ideato l’universo del Gattonero, e in tutte queste pagine c’è da farsi una bella scorpacciata di un mondo impietoso e crudo fin nel midollo.
Prima di iniziare il percorso attraverso le vignette viene puntualizzata una breve cronologia. La Terra di Nessuno era governata dai Re Dragoni e basava la sua religione su un politeismo legato alla Natura. Poi arrivò il monoteismo e spazzò via tutto, perseguitando gli incantatori che volevano continuare a farsi gli affari propri e non lavorare per la Chiesa Emanuelita. I Re Dragoni caddero e i maghi vennero sconfitti, così la Chiesa prese il potere istituendo una scuola dove far convergere tutti gli individui predisposti alla magia, per usarli e controllarli. Ma ovviamente alcuni incantatori vogliono restare liberi: è a loro che gli ammazzastreghe danno la caccia, a loro e a tutti i pazzi che invocano spiriti e demoni, e a tutti gli spiriti e demoni che infestano la Terra di Nessuno.
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Fra incantesimi, possessioni, occhi cavati, calci, pugni, sbornie, terra grondante sangue e tanta sana cattiveria, emerge il passato tumultuoso del protagonista che da nobile diventa un gretto mercenario e un disperato ubriacone cacciatore di taglie, poi precettato nelle Cappenere (assassini). Ma la conoscenza della bella Marianna cambia tutto: al posto di ucciderla, il Gattonero fugge con lei, rifugiandosi in una capanna sperduta. Passa poco, però, prima che le cose precipitino e Marianna, incinta, venga uccisa davanti ai suoi occhi. Ma vi sto spoilerando tutto?! No, perché questo non fa parte della storia… e non vi dico altro perché, pur da amante degli spoiler, non posso – non voglio! – rivelare di più, rischierei di togliervi il gusto del mandare agli Abissi gli sceneggiatori (per poi amarli incondizionatamente l’istante successivo).
Che altro dire della trama? Il fumetto è episodico, ma dalla metà in poi ingrana la marcia giusta e inizia a svilupparsi la storia generale: i capitoli diventano più lunghi, diventano di più parti, oppure vengono divisi in pezzi più brevi, ma comunque significativi. Proprio il fatto di avere anche una trama generale è importante e significativo, soprattutto trattandosi di fumetto italiano. E, accidenti, non c’è una sola trama generale, bensì due: una riferita al Gattonero, che ha qualcosa di particolare acquisito sotto le Montagne dei Nani, e un’altra legata alla ragazzina che lo accompagna, che potrebbe essere la fantomatica Ben Jee, la strega suprema. O forse no, chi lo sa. Il fatto che Stagioni di Passaggio non abbia un lieto fine lascia molte questioni aperte e irrisolte, pronte per i prossimi volumi.
Questioni quanto questo albo: ne sono previsti in effetti altri due, uno incentrato sul passato di Bren Gattonero e un altro sul suo futuro e su quello della Terra di Nessuno.
Io mi chiedo e mi domando come svilupperanno l’albo che racchiude il futuro dopo una conclusione che mette fuorigioco il Gattonero. Staremo a vedere, per intanto non posso che consigliarvi il titolo.
L’opera è assolutamente godibile, la lettura è incalzante e appassiona grazie a battute sagaci e salaci, il disegno (a parte in alcuni punti) è in generale buono. Per mio gusto non avrei cambiato così spesso la matita, ma Bren Gattonero è un progetto ben preciso, atto a coinvolgere nuovi sceneggiatori e disegnatori e farli lavorare al fianco di altri già navigati, quindi capisco, condivido ed elogio (nel mio piccolo) quanto fatto dalla CrazyCamper.
Da premiare, e comprare anche solo per questo (io sono venale su queste cose), il prezzo tutt’altro che proibitivo: 16,90€ per 606 pagine in bianco e nero, in formato 17×24 brossurato. È un niente rispetto al costo assurdo che hanno tutti i fumetti che non siano manga – e anche sui manga ci sarebbero da aprire lunghe parentesi.
Annoto, infine, che Stagioni di Passaggio raccoglie tutto il materiale uscito relativamente a Bren Gattonero, cioè tutti e 22 i numeri editi da CrazyCamper dal 2010 al 2013. Per ora non ci resta che aspettare con ansia le nuove uscite!

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