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martedì 24 febbraio 2015

Ex-Heroes: quando i supereroi incontrano l'apocalisse Z

Verso fine Novembre eravamo al mercatino dell'usato – da appassionate lettrici è una specie di tentativo di salvare il portafoglio: a volte ci trovi anche grandi classici. Mi trovavo, soprattutto, nell'esigenza di dover fare il regalo di compleanno ad Elena. Ormai abbiamo superato gli imbarazzi di questo tipo, approdando al “cosa ti prendo?” e andando a ritirare insieme il dovuto.
Al mercatino dell'usato, c'è una minuscola sezione dedicata al Fantasy, in cui ovviamente fanno confluire anche la Fantascienza, perché sia mai che le due cose si tengano separate. Sbircio un po', lascio perdere un libro sci-fi che ventila di un fantomatico attacco di vermi alieni e leggo la costa di un altro: “Ex – Supereroi vs. Zombie”. Resto un attimo di merda, inizio a ridere e lo prendo: mi sembra immediatamente la cosa più figa che io abbia mai visto. Supereroi che combattono zombie? Deve essere mio! Con la scusa del regalo di compleanno, usciamo con quel libro, domandandoci quanto possa essere trash (anche nel senso stretto di “spazzatura illeggibile”): entrambe temiamo la boiata.

Poi lei inizia a leggerlo, e i riassunti che me ne fa mi entusiasmano. Decido quindi di dimenticarmi un attimo di qualsiasi altra cosa e lo divoro. Credo che parecchi nerd (e intendo nel senso “reale” del termine, non i finti-nerd che ci sono in giro di questi tempi) abbiano pensato che è esattamente ciò che avrebbero sempre voluto leggere (o scrivere).

Riassunto in poche righe: il mondo è stato devastato dall'apocalisse zombie, a Hollywood un gruppo di supereroi tiene al sicuro parte della popolazione restata. Gli altri superstiti sono protetti dai Seventeens, una banda di teppisti rivale dei nostri eroi. La storia si snoda fra il presente e il passato, illustrando l'origine di alcuni eroi ancora in vita, e di altri già morti.
Inoltre, a differenza di molte produzioni incentrate sull'apocalisse-Z, in questo caso c'è una chiara spiegazione dell'epidemia.

Il titolo americano è Ex–Heroes, ben più calzante dell'adattamento italiano che è sì più esplicito, ma fa anche perdere la poesia degli “ex-eroi”, cosa che effettivamente i protagonisti sono diventati, perché costretti a compiere scelte ben poco “paladinesche”.
Di punti di forza, questo libro ne ha tantissimi, in primo luogo due cose che a un certo tipo di pubblico (in cui noi siamo incluse alla grande) piacciono molto: supereroi e zombie. Un mix che può stranire, ma con un potenziale da non sottovalutare – e splendidamente sfruttato da Peter Clines, l'autore.
In secondo luogo, la scrittura è molto scenica e riflette la professione dello stesso Clines, che si è occupato di alcuni soggetti per Star Trek: Deep Space Nine e Star Trek: Voyager. Questo dà al suo approccio alla storia un che di filmografico, che davvero non guasta nel contesto. Ex-Heroes è un libro divertente, zeppo di citazioni al mondo del grande e del piccolo schermo, dei fumetti e questo è evidente fin dall'inizio, quando si scopre che “la Montagna” che fa da fortezza per i sopravvissuti altro non è che la Paramount (!!!). Clines non si nasconde dietro a un dito: prende ad ampie mani gran parte delle icone del genere zombie e supereroistico e le fonde, rendendoci un prodotto originale e godibile.
Fra l'altro, i suoi eroi sono tutt'altro che esagerati. O meglio, ci sono quelli esagerati come Zzzap, ironicamente descritto come una “nana-bianca in miniatura”, e che ricorda molto il Dr.Manhattan di Watchmen... ma ci sono anche quelli più “normali”, come Cerberus, la cui potenza è interamente imputata all'armatura gigantesca (lei è uno scricciolo di donna). Il gruppo è vario e, proprio per questo, funzionante.
Non mancano (perché privarsene?) supereroi zombificati, e questo aumenta ancor più l'effetto scenico di cui parlavo sopra. Perché se metti un demone-zombie contro i tuoi eroi...

Trama presente e ottima, concept ottimi, originalità ottima... cos'ha che non va questo libro?
Una cosa abbastanza fondamentale: l'adattamento italiano, che fa più schifo del solito. Ho visto veramente pochi libri con un adattamento così pessimo, poco curato e distratto, roba che ci sarebbe da andare in forze alla sede della Multiplayer.it Edizioni e reclamare le teste di Cristina Gamberi (la traduttrice) e di Giacomo Mannironi e Nadia Lico (i revisori). Ex – Supereroi vs. Zombie è pieno di errori di battitura, di parole scritte due volte, di frasi che è evidente siano state tradotte, ma non adattate. Arrivati al terzo capitolo, o si decide di lasciar perdere e di proseguire ignorando queste cose, oppure si rischia di lanciare il libro fuori dalla finestra. Sarebbe bastata un po' di cura in più... voglio dire, neanche le pessime edizioni di Warhammer fantasy della Hobby&Works sono conciate in questo modo!
Non so dire se sia una fortuna o una sfortuna, ma la Multiplayer.it ha già acquistato e tradotto anche Ex-Patriots, il seguito di questo primo volume. Lo abbiamo acquistato l'altro giorno, speriamo che insieme alla qualità della carta sia migliorato anche l'adattamento.

Detto questo, giusto un paio di specifiche tecniche:
Titolo: Ex- Supereroi vs Zombie
Autore: Peter Clines
Editore: Multiplayer.it Editore
ISBN: 978-8-8635526-7-6
Costo: 14,90euro
Ebook: sì

Infine, il nostro Fato personale insiste per un'intervista doppia, vediamo cosa ci chiederà.

Fato: “Ogni tanto è mio dovere rompervi le scatole. Dopo avervi sentite ciarlare così tanto di questo libro, mi è venuta voglia di capire meglio alcune cose.”
E: “Se proprio devi...”
L: “Scoppio di gioia.”
Fato: “Mai contente, eh? Mi faccio i cavoli miei e non va bene, vi interpello e non va bene... vabbè. Trovate originale Ex-Heroes? Cosa vi è piaciuto di più di questo scontro fra supereroi e zombie?”
L: “Beh, supereroi e zombie che combattono. Dai, chi ci aveva mai pensato? O se qualcuno ci aveva pensato, non ha avuto le palle di scriverlo. Quindi, di fondo è originale perché non ho mai visto in giro una cosa così.”
E: “Originale? Sì. Cosa mi è piaciuto di più? Beh, ovviamente farmi i cavoli dei supereroi e la spiegazione del contagio, che in questo caso non solo è presente, ma veramente strepitosa.”
L: “Lo posso dire?”
E: “No, ci sono spoiler che non è il caso di fare.”
Fato: “E lo dice quella a cui piacciono gli spoiler. Va bene, c'è un personaggio che avete preferito? Uno che avete odiato? Fra i buoni, intendo... con i cattivi mi sembra di capire che sia troppo facile.”
E: “Cairax...”
L: “Ma non è un buono! Cioè...”
E: “Vabbè, ma è un personaggio fantastico. Danielle (Cerberus) è poco approfondita, Stealth dopo un po' la odi. Zzzap mi piace tantissimo, ma per ora non è stato sfruttato adeguatamente. Gorgon muore troppo brutto... invece Cairax è un personaggio che nasce bene, caratterizzato benissimo, gli fanno fare due apparizioni ma, cioè, sono fantastiche. E poi, dopo aver agito esattamente secondo caratterizzazione, muore in uno scontro epico contro St. George. Cosa di meglio?”
L: “Non hai commentato St. George, ovvero Mighty Dragon... fra l'altro, Clines è un genio per aver dato a questo personaggio ben due soprannomi, San Giorgio e il Drago (Splendente). E il primo ovviamente ucciderà il secondo.”
E: “È che St. George ancora non ho capito se lo amo alla follia, o lo detesto perché è troppo palaminchio. E poi ha fatto una cosa che non doveva fare all'inizio del secondo libro, si è fatto tagliare i capelli...”
Fato: “Ok, restiamo concentrati sul primo libro.”
L: “Eh. St. George è una specie di protagonista nel libro, specie perché non è che tutto sia incentrato su di lui. Comunque, per essere quello che è... è inaspettatamente ben gestito e caratterizzato. Paladino sì, ma non proprio stupido, anche se commette una boiata non indifferente lasciando in vita Midknight. Però vabbè, a Clines serviva un escamotage e nonostante tutto la spiegazione è valida. Danielle/Cerberus proprio non mi piace, è trattata in modo superficiale. Steath mi piace perché è molto calcolatrice e la stratega del gruppo, ma non è approfondita a sufficienza per essere interessante. Zzzap... è poco presente, ma lo adorerei solo per il suo parlare a sproposito. Quindi il preferito fra i vivi è Gorgon, ma ancora non ho capito perché. Fra i morti invece è Cairax, sono stata conquistata dal mago-stregone con personalità multiple. E muore in un modo che impedisce di non adorarlo. Ero incuriosita anche da Midknight, ma non è stato minimamente introdotto, quindi... e Josh...”
E: “Regenerator. A me piace. È stupido? Fa niente, a me piace.”
L: “Resto combattuta. Lo prenderei a padellate, questo è sicuro.”
Fato: “Lo avete detto, le donne-supereroine sono sempre un gran problema. Cosa pensate di quelle di Peter Clines?”
L: “Ricalcano, purtroppo, lo stereotipo americano della supereroina: figa e faccio-tutto-io.”
E: “Questa è la descrizione di Stealth.”
L: “Beh, anche di Danielle alla fine. Quando si mette l'armatura e diventa Cerberus, con l'aggravante che lei usa l'armatura per nascondersi e diventare migliore.”
E: “Appunto, ha una debolezza.”
L: “Sì, ma metti dentro due donne soltanto e le inserisci in questo modo? Cioè... potevamo fare di meglio, no?”
E: “Lady Bee è bella, però non è una supereroina.”
L: “Infatti, la adoro.”
E: “E anche Billie, la militare è un buon personaggio.”
L: “Ma parlavamo di supereroine. Quelle che ci sono, rispetto alle controparti maschili, sono carenti in tutto.”
E: “Comunque preferisco Danielle.”
L: “Evito di innalzarne una, perché sono due stereotipi che non mi gustano.”
E: “Ma lo hai detto tu che preferisci Steath, quindi già fatto.”
L: “Al fine di questo discorso, mi rimangio la preferenza.”
Fato: “Come cambiare le carte in tavola e uscirne puliti...”
E: “Puliti mica tanto, ha cambiato le carte in tavola, punto.”
L: “Mago-stregone con personalità multipla, è lecito che io lo faccia.”
E: “No, non sei Nyrahim. Adesso le tue battute sono precedute da una 'L', non hai scuse.”
Fato: “Va bene, basta, state zitte. Finiamo con la riflessione. Perché produzioni così nascono in America e non in Italia?”
E: “...”
L: “...”
Fato: “Adesso potete parlare, cretine.”
L: “Stavamo riflettendo, stupido!”
E: “No, io non stavo parlando perché lui aveva detto di non parlare.”
Fato: “Ma che ho fatto di male...”
E: “Comunque, perché siamo vecchi. Vecchi, abitudinari, poltroni.”
L: “Già, come fanno a nascere certe produzioni dinamiche in un popolo che non è in grado di spezzare la propria routine culturale? So che sembra una supercazzola, ma se ci pensate bene è così. A scuola insegnano sempre le stesse cose, non che sia sbagliato, ma in determinate materie si può approfondire e sperimentare altro... parlo ovviamente di arte, musica e letteratura. E poi esaltiamo sempre gli stessi prodotti, per lo più cinepanettoni, commedie all'italiana e drammoni. Seguiamo le mode che arrivano dall'estero per riflesso e sempre in ritardo di anni...
E: “Non è detto in ritardo.”
L: “Beh, parlavo in senso generale. Resta che con queste premesse, un Ex-Heroes poteva difficilmente essere partorito in Italia, mera questione di statistica... e non sulla quantità delle persone, ma sulla quantità di teste che avrebbero potuto pensare ad una cosa così. Senza contare il mercato editoriale che non è molto attento a questi prodotti... alternativi.”
E: “Anche fra i nerd non poteva venire fuori una cosa del genere. Il motion-comic di Orfani è stato tolto dal sabato pomeriggio e messo soltanto al venerdì in terza serata perché non aveva pubblico sufficiente. Cioè, ci rendiamo conto di quanti pochi ascolti? Già Rai4 non ha tante pretese, ma per agire in questo modo l'audience deve essere stata uno schifo. Certo è vero che metterlo al sabato pomeriggio è stata una cavolata, come mettere The Agent of Shield che è stato messo alle 14 di sabato su Rai2...”
L: “Non le capisco molto bene queste dinamiche, comunque non lo avrei fatto. Lo Shield mi sembra più un prodotto da prima serata...”
E: “Sono sempre stata convinta che la televisione dettasse le tendenze. Ci si lamenta dei programmi di Maria de Filippi e company, delle fiction italiane e dei cinepanettoni, però se poi ci danno la possibilità di avere una rete come Rai4, nessuno la guarda.”
L: “Perché a nessuno interessa. O meglio, fa cose troppo particolari per interessare alla massa e, non essendo una rete storica...”
E: “Stavo parlando dei nerd, delle persone a cui è rivolta Rai4. Supernatural, Doctor Who, GoT...”
L: “No, dai, GoT non è per un pubblico ristretto.”
E: “Non è questione di un pubblico ristretto, è questione del pubblico nerd. Però a febbraio 2015 siamo ancora a trasmettere la seconda stagione di GoT, perché permettiamo, per esigenze di denaro ovviamente, a Sky di trasmettere in prima visione assoluta l'adattamento italiano di... tutto? Volendo ritornare alla domanda, la televisione detta le regole. Quindi in pochissimi in Italia sono fan di determinati generi. Il fantasy non esiste, e la fantascienza si limita a Star Wars, che negli anni Settanta ha fatto un successo stellare.”
L: “Tagli fuori anche Star Trek, wow.”
E: “È difficile, è incredibilmente per pochi. Lo conoscono, ammettono che è stata una grande opera, però non lo seguono. L'editoria italiana non fa altro che cavalcare l'onda e, per esigenze proprie, i potenziali scrittori o gli scrittori affermati fanno lo stesso e assecondano quello che di sicuro potrebbero vendere, valido o meno che sia. I fruitori – spettatori e lettori – sanno che dalle produzioni italiane non ci si può aspettare niente di buono e vanno direttamente ai prodotti americani, cosa che porta le poche case editrici coraggiose, che editano fantasy e fantascienza anche molto alternativi, ad acquistare direttamente all'esterno.
L: “La vedo sempre più grigia.”
E: “Al fato è piaciuta l'analisi?”
Fato: “Pungenti e lapidarie, tutte e due. Immagino che sarebbe inutile chiedervi come si spezza questo cerchio, perché se lo sapeste avreste già venduto la formula. Sono convinto che nonostante tutto, una certa sezione dell'editoria e i produttori vorrebbe sganciarsi.”
E: “Sicuramente l'editoria sì, ma non l'editoria nelle persone degli editori, ma l'editoria nelle persone nei coraggiosi che aprono una casa editrice solo ed esclusivamente per editare i propri prodotti o quelli che non si fila di pezza nessuno. CrazyCamper e Asengard Edizioni, tanto per dire due nomi. La soluzione potrebbe essere nell'abbassare lo snobbismo dei nerd che, soprattutto in questo momento di esasperazione, si sono arroccati davanti ai loro computer e allo streaming.”
L: “Sì, che poi pure lo streaming è un problema di enormi proporzioni, perché toglie alla televisione la fetta di spettatori selettivi rappresentata dai nerd e da quanti pescano dalla rete solo quello che interessa loro.”
E: “Il problema è il canone, che è una botta non indifferente per alcuni. C'è da tenere presente che molti nerd sono giovani, e metto dentro anche la trentina. Non riusciamo ad uscire da casa, e se riusciamo a uscire da casa dobbiamo decidere fra pc e televisione, e visto che è più utile scegliamo il primo.”
L: “Io aggiungerei anche un'altra cosa. Perché devo pagare il canone per un servizio televisivo in cui salverei sì e no 4 prodotti a settimana per un totale di due ore? E lo dico da persona che non guarda la televisione, preferendo lo streaming. Se posso avere via internet tutto quello che voglio, che me ne faccio della tv e del canone? Do soldi a qualcuno che non mi da quello che voglio? Dovrei essere un po' scema.”
E: “Poi c'è un'altra domanda. Perché dovrei pagare il canone per avere un sacco di problemi di ricezione? Il digitale terrestre doveva rivoluzionare la televisione, tutto per tutti...”
L: “E invece ha rivoluzionato solo le parolacce.”
E: “Appunto. Gente e gente che ha dovuto cambiare le antenne spendendo fior fior di quattrini, altrimenti non prendeva tutto. Canali che comunque non si prendono e gente che ha televisioni di ultima generazione, ma che continua ad avere problemi.”
Fato: “Questo cosa c'entra con la domanda?”
E: “Tutti vanno su internet. Mercoledì sera non riuscivo più a vedere la televisione, ho spento, acceso il pc e attaccato lo streaming.”
L: “Penso che c'entri con la domanda anche questo discorso della tv e del digitale, per il semplice fatto che se la scelta di canali si restringe a quelli che si riescono a vedere, spesso vengono tagliati fuori quelli minori, che mandano in onda programmi più particolari e alternativi. La stessa Rai4 è un disastro da captare. Oltretutto, se si bypassa la tv e si arriva a internet... si sente ancora il bisogno di inventare un supereroi vs zombie, se si scopre che qualcun altro lo ha già fatto? No, si sorbisce passivamente il prodotto e si è contenti, e viene quindi a mancare la voglia di creare, in Italia, qualcosa che sia al passo con l'estero. Non che tutto quello che arriva dall'estero sia perfetto, ma in genere è valido e vario. Ce ne è per tutti i gusti, anche senza che l'italiano si sforzi ad affermare quel proprio gusto in tre campi italiani (cinema, editoria e televisione) da sempre molto standardizzati e chiusi alle nuove idee. Sono finiti gli anni d'oro della fantascienza e degli sceneggiati sci-fi italiani.”
E: “E comunque ci si sta spostando verso internet e il pc, è indiscutibile. Le web series adesso spopolano e non è una cosa cattiva, è giusto così. Il futuro è la fruibilità totale – o così dovrebbe essere.”
L: “E poi su internet, tutti possono trovare il proprio spazio.”
E: “E il proprio prodotto. È follia pensare che tutto quello che arriva dall'estero deve essere tradotto e ridoppiato. Ci sono stuoli di gente che, per passione, mette sottotitoli, ed è questo il futuro. E lo dico da persona a cui i sottotitoli non sono mai piaciuti. Basta, mi fermo perché è un discorso troppo lungo. In ogni caso, il problema è la comodità in cui si sono piazzati i produttori e gli editori. Finché loro non decidono di schiodarsi, tutti siamo qui appesi ad aspettare. Che poi, anche il fatto che un libro ti costa l'ira degli Dei è una vergogna, ma vabbè... ne parleremo un'altra volta.”
Fato: “Se si tocca il tasto giusto diventate proprio agguerrite, eh? Non so se vi preferisco così o cialtrone.”
L: “Cialtrone, senza ombra di dubbio.”
E: “Ma fallo decidere a lui, ma scusa eh!”
Fato: “Sì, deciderò, grazie di questa possibilità, grazie tante.”
E: “Prego, figurati. Allora visto che sono stata gentile ci rivediamo la prossima volta.”
L: “Ma soprattutto, se chi legge vuole dire la sua, siamo qui pronte a...”
E: “Dibattere, o supportarci.”
L: “Volevo solo dire che siamo pronte a goderci i commenti in merito. Fateci sapere cosa ne pensate, soprattutto di Ex-Heroes se lo avete letto. Altrimenti, consigliamo l'acquisto.”

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