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martedì 24 febbraio 2015

Ex-Heroes: quando i supereroi incontrano l'apocalisse Z

Verso fine Novembre eravamo al mercatino dell'usato – da appassionate lettrici è una specie di tentativo di salvare il portafoglio: a volte ci trovi anche grandi classici. Mi trovavo, soprattutto, nell'esigenza di dover fare il regalo di compleanno ad Elena. Ormai abbiamo superato gli imbarazzi di questo tipo, approdando al “cosa ti prendo?” e andando a ritirare insieme il dovuto.
Al mercatino dell'usato, c'è una minuscola sezione dedicata al Fantasy, in cui ovviamente fanno confluire anche la Fantascienza, perché sia mai che le due cose si tengano separate. Sbircio un po', lascio perdere un libro sci-fi che ventila di un fantomatico attacco di vermi alieni e leggo la costa di un altro: “Ex – Supereroi vs. Zombie”. Resto un attimo di merda, inizio a ridere e lo prendo: mi sembra immediatamente la cosa più figa che io abbia mai visto. Supereroi che combattono zombie? Deve essere mio! Con la scusa del regalo di compleanno, usciamo con quel libro, domandandoci quanto possa essere trash (anche nel senso stretto di “spazzatura illeggibile”): entrambe temiamo la boiata.

Poi lei inizia a leggerlo, e i riassunti che me ne fa mi entusiasmano. Decido quindi di dimenticarmi un attimo di qualsiasi altra cosa e lo divoro. Credo che parecchi nerd (e intendo nel senso “reale” del termine, non i finti-nerd che ci sono in giro di questi tempi) abbiano pensato che è esattamente ciò che avrebbero sempre voluto leggere (o scrivere).

Riassunto in poche righe: il mondo è stato devastato dall'apocalisse zombie, a Hollywood un gruppo di supereroi tiene al sicuro parte della popolazione restata. Gli altri superstiti sono protetti dai Seventeens, una banda di teppisti rivale dei nostri eroi. La storia si snoda fra il presente e il passato, illustrando l'origine di alcuni eroi ancora in vita, e di altri già morti.
Inoltre, a differenza di molte produzioni incentrate sull'apocalisse-Z, in questo caso c'è una chiara spiegazione dell'epidemia.

Il titolo americano è Ex–Heroes, ben più calzante dell'adattamento italiano che è sì più esplicito, ma fa anche perdere la poesia degli “ex-eroi”, cosa che effettivamente i protagonisti sono diventati, perché costretti a compiere scelte ben poco “paladinesche”.
Di punti di forza, questo libro ne ha tantissimi, in primo luogo due cose che a un certo tipo di pubblico (in cui noi siamo incluse alla grande) piacciono molto: supereroi e zombie. Un mix che può stranire, ma con un potenziale da non sottovalutare – e splendidamente sfruttato da Peter Clines, l'autore.
In secondo luogo, la scrittura è molto scenica e riflette la professione dello stesso Clines, che si è occupato di alcuni soggetti per Star Trek: Deep Space Nine e Star Trek: Voyager. Questo dà al suo approccio alla storia un che di filmografico, che davvero non guasta nel contesto. Ex-Heroes è un libro divertente, zeppo di citazioni al mondo del grande e del piccolo schermo, dei fumetti e questo è evidente fin dall'inizio, quando si scopre che “la Montagna” che fa da fortezza per i sopravvissuti altro non è che la Paramount (!!!). Clines non si nasconde dietro a un dito: prende ad ampie mani gran parte delle icone del genere zombie e supereroistico e le fonde, rendendoci un prodotto originale e godibile.
Fra l'altro, i suoi eroi sono tutt'altro che esagerati. O meglio, ci sono quelli esagerati come Zzzap, ironicamente descritto come una “nana-bianca in miniatura”, e che ricorda molto il Dr.Manhattan di Watchmen... ma ci sono anche quelli più “normali”, come Cerberus, la cui potenza è interamente imputata all'armatura gigantesca (lei è uno scricciolo di donna). Il gruppo è vario e, proprio per questo, funzionante.
Non mancano (perché privarsene?) supereroi zombificati, e questo aumenta ancor più l'effetto scenico di cui parlavo sopra. Perché se metti un demone-zombie contro i tuoi eroi...

Trama presente e ottima, concept ottimi, originalità ottima... cos'ha che non va questo libro?
Una cosa abbastanza fondamentale: l'adattamento italiano, che fa più schifo del solito. Ho visto veramente pochi libri con un adattamento così pessimo, poco curato e distratto, roba che ci sarebbe da andare in forze alla sede della Multiplayer.it Edizioni e reclamare le teste di Cristina Gamberi (la traduttrice) e di Giacomo Mannironi e Nadia Lico (i revisori). Ex – Supereroi vs. Zombie è pieno di errori di battitura, di parole scritte due volte, di frasi che è evidente siano state tradotte, ma non adattate. Arrivati al terzo capitolo, o si decide di lasciar perdere e di proseguire ignorando queste cose, oppure si rischia di lanciare il libro fuori dalla finestra. Sarebbe bastata un po' di cura in più... voglio dire, neanche le pessime edizioni di Warhammer fantasy della Hobby&Works sono conciate in questo modo!
Non so dire se sia una fortuna o una sfortuna, ma la Multiplayer.it ha già acquistato e tradotto anche Ex-Patriots, il seguito di questo primo volume. Lo abbiamo acquistato l'altro giorno, speriamo che insieme alla qualità della carta sia migliorato anche l'adattamento.

Detto questo, giusto un paio di specifiche tecniche:
Titolo: Ex- Supereroi vs Zombie
Autore: Peter Clines
Editore: Multiplayer.it Editore
ISBN: 978-8-8635526-7-6
Costo: 14,90euro
Ebook: sì

Infine, il nostro Fato personale insiste per un'intervista doppia, vediamo cosa ci chiederà.

Fato: “Ogni tanto è mio dovere rompervi le scatole. Dopo avervi sentite ciarlare così tanto di questo libro, mi è venuta voglia di capire meglio alcune cose.”
E: “Se proprio devi...”
L: “Scoppio di gioia.”
Fato: “Mai contente, eh? Mi faccio i cavoli miei e non va bene, vi interpello e non va bene... vabbè. Trovate originale Ex-Heroes? Cosa vi è piaciuto di più di questo scontro fra supereroi e zombie?”
L: “Beh, supereroi e zombie che combattono. Dai, chi ci aveva mai pensato? O se qualcuno ci aveva pensato, non ha avuto le palle di scriverlo. Quindi, di fondo è originale perché non ho mai visto in giro una cosa così.”
E: “Originale? Sì. Cosa mi è piaciuto di più? Beh, ovviamente farmi i cavoli dei supereroi e la spiegazione del contagio, che in questo caso non solo è presente, ma veramente strepitosa.”
L: “Lo posso dire?”
E: “No, ci sono spoiler che non è il caso di fare.”
Fato: “E lo dice quella a cui piacciono gli spoiler. Va bene, c'è un personaggio che avete preferito? Uno che avete odiato? Fra i buoni, intendo... con i cattivi mi sembra di capire che sia troppo facile.”
E: “Cairax...”
L: “Ma non è un buono! Cioè...”
E: “Vabbè, ma è un personaggio fantastico. Danielle (Cerberus) è poco approfondita, Stealth dopo un po' la odi. Zzzap mi piace tantissimo, ma per ora non è stato sfruttato adeguatamente. Gorgon muore troppo brutto... invece Cairax è un personaggio che nasce bene, caratterizzato benissimo, gli fanno fare due apparizioni ma, cioè, sono fantastiche. E poi, dopo aver agito esattamente secondo caratterizzazione, muore in uno scontro epico contro St. George. Cosa di meglio?”
L: “Non hai commentato St. George, ovvero Mighty Dragon... fra l'altro, Clines è un genio per aver dato a questo personaggio ben due soprannomi, San Giorgio e il Drago (Splendente). E il primo ovviamente ucciderà il secondo.”
E: “È che St. George ancora non ho capito se lo amo alla follia, o lo detesto perché è troppo palaminchio. E poi ha fatto una cosa che non doveva fare all'inizio del secondo libro, si è fatto tagliare i capelli...”
Fato: “Ok, restiamo concentrati sul primo libro.”
L: “Eh. St. George è una specie di protagonista nel libro, specie perché non è che tutto sia incentrato su di lui. Comunque, per essere quello che è... è inaspettatamente ben gestito e caratterizzato. Paladino sì, ma non proprio stupido, anche se commette una boiata non indifferente lasciando in vita Midknight. Però vabbè, a Clines serviva un escamotage e nonostante tutto la spiegazione è valida. Danielle/Cerberus proprio non mi piace, è trattata in modo superficiale. Steath mi piace perché è molto calcolatrice e la stratega del gruppo, ma non è approfondita a sufficienza per essere interessante. Zzzap... è poco presente, ma lo adorerei solo per il suo parlare a sproposito. Quindi il preferito fra i vivi è Gorgon, ma ancora non ho capito perché. Fra i morti invece è Cairax, sono stata conquistata dal mago-stregone con personalità multiple. E muore in un modo che impedisce di non adorarlo. Ero incuriosita anche da Midknight, ma non è stato minimamente introdotto, quindi... e Josh...”
E: “Regenerator. A me piace. È stupido? Fa niente, a me piace.”
L: “Resto combattuta. Lo prenderei a padellate, questo è sicuro.”
Fato: “Lo avete detto, le donne-supereroine sono sempre un gran problema. Cosa pensate di quelle di Peter Clines?”
L: “Ricalcano, purtroppo, lo stereotipo americano della supereroina: figa e faccio-tutto-io.”
E: “Questa è la descrizione di Stealth.”
L: “Beh, anche di Danielle alla fine. Quando si mette l'armatura e diventa Cerberus, con l'aggravante che lei usa l'armatura per nascondersi e diventare migliore.”
E: “Appunto, ha una debolezza.”
L: “Sì, ma metti dentro due donne soltanto e le inserisci in questo modo? Cioè... potevamo fare di meglio, no?”
E: “Lady Bee è bella, però non è una supereroina.”
L: “Infatti, la adoro.”
E: “E anche Billie, la militare è un buon personaggio.”
L: “Ma parlavamo di supereroine. Quelle che ci sono, rispetto alle controparti maschili, sono carenti in tutto.”
E: “Comunque preferisco Danielle.”
L: “Evito di innalzarne una, perché sono due stereotipi che non mi gustano.”
E: “Ma lo hai detto tu che preferisci Steath, quindi già fatto.”
L: “Al fine di questo discorso, mi rimangio la preferenza.”
Fato: “Come cambiare le carte in tavola e uscirne puliti...”
E: “Puliti mica tanto, ha cambiato le carte in tavola, punto.”
L: “Mago-stregone con personalità multipla, è lecito che io lo faccia.”
E: “No, non sei Nyrahim. Adesso le tue battute sono precedute da una 'L', non hai scuse.”
Fato: “Va bene, basta, state zitte. Finiamo con la riflessione. Perché produzioni così nascono in America e non in Italia?”
E: “...”
L: “...”
Fato: “Adesso potete parlare, cretine.”
L: “Stavamo riflettendo, stupido!”
E: “No, io non stavo parlando perché lui aveva detto di non parlare.”
Fato: “Ma che ho fatto di male...”
E: “Comunque, perché siamo vecchi. Vecchi, abitudinari, poltroni.”
L: “Già, come fanno a nascere certe produzioni dinamiche in un popolo che non è in grado di spezzare la propria routine culturale? So che sembra una supercazzola, ma se ci pensate bene è così. A scuola insegnano sempre le stesse cose, non che sia sbagliato, ma in determinate materie si può approfondire e sperimentare altro... parlo ovviamente di arte, musica e letteratura. E poi esaltiamo sempre gli stessi prodotti, per lo più cinepanettoni, commedie all'italiana e drammoni. Seguiamo le mode che arrivano dall'estero per riflesso e sempre in ritardo di anni...
E: “Non è detto in ritardo.”
L: “Beh, parlavo in senso generale. Resta che con queste premesse, un Ex-Heroes poteva difficilmente essere partorito in Italia, mera questione di statistica... e non sulla quantità delle persone, ma sulla quantità di teste che avrebbero potuto pensare ad una cosa così. Senza contare il mercato editoriale che non è molto attento a questi prodotti... alternativi.”
E: “Anche fra i nerd non poteva venire fuori una cosa del genere. Il motion-comic di Orfani è stato tolto dal sabato pomeriggio e messo soltanto al venerdì in terza serata perché non aveva pubblico sufficiente. Cioè, ci rendiamo conto di quanti pochi ascolti? Già Rai4 non ha tante pretese, ma per agire in questo modo l'audience deve essere stata uno schifo. Certo è vero che metterlo al sabato pomeriggio è stata una cavolata, come mettere The Agent of Shield che è stato messo alle 14 di sabato su Rai2...”
L: “Non le capisco molto bene queste dinamiche, comunque non lo avrei fatto. Lo Shield mi sembra più un prodotto da prima serata...”
E: “Sono sempre stata convinta che la televisione dettasse le tendenze. Ci si lamenta dei programmi di Maria de Filippi e company, delle fiction italiane e dei cinepanettoni, però se poi ci danno la possibilità di avere una rete come Rai4, nessuno la guarda.”
L: “Perché a nessuno interessa. O meglio, fa cose troppo particolari per interessare alla massa e, non essendo una rete storica...”
E: “Stavo parlando dei nerd, delle persone a cui è rivolta Rai4. Supernatural, Doctor Who, GoT...”
L: “No, dai, GoT non è per un pubblico ristretto.”
E: “Non è questione di un pubblico ristretto, è questione del pubblico nerd. Però a febbraio 2015 siamo ancora a trasmettere la seconda stagione di GoT, perché permettiamo, per esigenze di denaro ovviamente, a Sky di trasmettere in prima visione assoluta l'adattamento italiano di... tutto? Volendo ritornare alla domanda, la televisione detta le regole. Quindi in pochissimi in Italia sono fan di determinati generi. Il fantasy non esiste, e la fantascienza si limita a Star Wars, che negli anni Settanta ha fatto un successo stellare.”
L: “Tagli fuori anche Star Trek, wow.”
E: “È difficile, è incredibilmente per pochi. Lo conoscono, ammettono che è stata una grande opera, però non lo seguono. L'editoria italiana non fa altro che cavalcare l'onda e, per esigenze proprie, i potenziali scrittori o gli scrittori affermati fanno lo stesso e assecondano quello che di sicuro potrebbero vendere, valido o meno che sia. I fruitori – spettatori e lettori – sanno che dalle produzioni italiane non ci si può aspettare niente di buono e vanno direttamente ai prodotti americani, cosa che porta le poche case editrici coraggiose, che editano fantasy e fantascienza anche molto alternativi, ad acquistare direttamente all'esterno.
L: “La vedo sempre più grigia.”
E: “Al fato è piaciuta l'analisi?”
Fato: “Pungenti e lapidarie, tutte e due. Immagino che sarebbe inutile chiedervi come si spezza questo cerchio, perché se lo sapeste avreste già venduto la formula. Sono convinto che nonostante tutto, una certa sezione dell'editoria e i produttori vorrebbe sganciarsi.”
E: “Sicuramente l'editoria sì, ma non l'editoria nelle persone degli editori, ma l'editoria nelle persone nei coraggiosi che aprono una casa editrice solo ed esclusivamente per editare i propri prodotti o quelli che non si fila di pezza nessuno. CrazyCamper e Asengard Edizioni, tanto per dire due nomi. La soluzione potrebbe essere nell'abbassare lo snobbismo dei nerd che, soprattutto in questo momento di esasperazione, si sono arroccati davanti ai loro computer e allo streaming.”
L: “Sì, che poi pure lo streaming è un problema di enormi proporzioni, perché toglie alla televisione la fetta di spettatori selettivi rappresentata dai nerd e da quanti pescano dalla rete solo quello che interessa loro.”
E: “Il problema è il canone, che è una botta non indifferente per alcuni. C'è da tenere presente che molti nerd sono giovani, e metto dentro anche la trentina. Non riusciamo ad uscire da casa, e se riusciamo a uscire da casa dobbiamo decidere fra pc e televisione, e visto che è più utile scegliamo il primo.”
L: “Io aggiungerei anche un'altra cosa. Perché devo pagare il canone per un servizio televisivo in cui salverei sì e no 4 prodotti a settimana per un totale di due ore? E lo dico da persona che non guarda la televisione, preferendo lo streaming. Se posso avere via internet tutto quello che voglio, che me ne faccio della tv e del canone? Do soldi a qualcuno che non mi da quello che voglio? Dovrei essere un po' scema.”
E: “Poi c'è un'altra domanda. Perché dovrei pagare il canone per avere un sacco di problemi di ricezione? Il digitale terrestre doveva rivoluzionare la televisione, tutto per tutti...”
L: “E invece ha rivoluzionato solo le parolacce.”
E: “Appunto. Gente e gente che ha dovuto cambiare le antenne spendendo fior fior di quattrini, altrimenti non prendeva tutto. Canali che comunque non si prendono e gente che ha televisioni di ultima generazione, ma che continua ad avere problemi.”
Fato: “Questo cosa c'entra con la domanda?”
E: “Tutti vanno su internet. Mercoledì sera non riuscivo più a vedere la televisione, ho spento, acceso il pc e attaccato lo streaming.”
L: “Penso che c'entri con la domanda anche questo discorso della tv e del digitale, per il semplice fatto che se la scelta di canali si restringe a quelli che si riescono a vedere, spesso vengono tagliati fuori quelli minori, che mandano in onda programmi più particolari e alternativi. La stessa Rai4 è un disastro da captare. Oltretutto, se si bypassa la tv e si arriva a internet... si sente ancora il bisogno di inventare un supereroi vs zombie, se si scopre che qualcun altro lo ha già fatto? No, si sorbisce passivamente il prodotto e si è contenti, e viene quindi a mancare la voglia di creare, in Italia, qualcosa che sia al passo con l'estero. Non che tutto quello che arriva dall'estero sia perfetto, ma in genere è valido e vario. Ce ne è per tutti i gusti, anche senza che l'italiano si sforzi ad affermare quel proprio gusto in tre campi italiani (cinema, editoria e televisione) da sempre molto standardizzati e chiusi alle nuove idee. Sono finiti gli anni d'oro della fantascienza e degli sceneggiati sci-fi italiani.”
E: “E comunque ci si sta spostando verso internet e il pc, è indiscutibile. Le web series adesso spopolano e non è una cosa cattiva, è giusto così. Il futuro è la fruibilità totale – o così dovrebbe essere.”
L: “E poi su internet, tutti possono trovare il proprio spazio.”
E: “E il proprio prodotto. È follia pensare che tutto quello che arriva dall'estero deve essere tradotto e ridoppiato. Ci sono stuoli di gente che, per passione, mette sottotitoli, ed è questo il futuro. E lo dico da persona a cui i sottotitoli non sono mai piaciuti. Basta, mi fermo perché è un discorso troppo lungo. In ogni caso, il problema è la comodità in cui si sono piazzati i produttori e gli editori. Finché loro non decidono di schiodarsi, tutti siamo qui appesi ad aspettare. Che poi, anche il fatto che un libro ti costa l'ira degli Dei è una vergogna, ma vabbè... ne parleremo un'altra volta.”
Fato: “Se si tocca il tasto giusto diventate proprio agguerrite, eh? Non so se vi preferisco così o cialtrone.”
L: “Cialtrone, senza ombra di dubbio.”
E: “Ma fallo decidere a lui, ma scusa eh!”
Fato: “Sì, deciderò, grazie di questa possibilità, grazie tante.”
E: “Prego, figurati. Allora visto che sono stata gentile ci rivediamo la prossima volta.”
L: “Ma soprattutto, se chi legge vuole dire la sua, siamo qui pronte a...”
E: “Dibattere, o supportarci.”
L: “Volevo solo dire che siamo pronte a goderci i commenti in merito. Fateci sapere cosa ne pensate, soprattutto di Ex-Heroes se lo avete letto. Altrimenti, consigliamo l'acquisto.”

martedì 17 febbraio 2015

La verità

Loki&Thor: Fratelli di Sangue
 Capitolo 5: La verità

La nebbia con cui si era annunciata Hela tardava a diradarsi. Nonostante la Regina di Niffelheim fosse ormai svanita dal palazzo reale di Asgard, il denso fumo grigiastro, greve di un odore di vecchio e di umidità, continuava ad aleggiare per la stanza del nuovo sovrano.
Loki espirò, un gesto che tradì tanto sollievo quanta preoccupazione. Alternò lo sguardo fra un punto e l'altro, come si aspettasse di vedere Hela emergere di nuovo dal buio. Attorno a lui non c'era altro che sfarzo, non accadde niente.
Il Mistificatore mosse un passo. Poi un altro, un altro, un altro ancora, in modo meccanico.
-Non più maestro di inganni...- sussurrò avvicinandosi al piccolo bacile di pietra incastrato in una pedana. Sedette sullo scalino, fissando gli occhi azzurri sulla superficie dell'acqua -Ma... cos'è Loki senza Thor?- mormorò stringendo i pugni e appoggiandoli alla fronte. Chiuse gli occhi.

Erano nel parco di Asgard. La giornata era piacevolmente calda, il cielo terso, il sole un punto brillante oltre le torri più alte e massicce del maniero della famiglia reale. Quel giorno, il loro saggio tutore aveva deciso di fare lezione all'ombra di una grossa quercia. Loki aveva cercato di imporsi attenzione, ma non c'era cosa detta dal vecchio che lui non conoscesse. Ogni parola dell'istitutore suonava già sentita, poco interessante, addirittura banale e adeguata soltanto a suo fratello. Poteva voler bene a Thor, ma sapevano entrambi che la sua mente poteva essere riempita soltanto di facili concetti. Questo lo doveva sapere anche il l'insegnante.
Il giovane Loki sospirò e afferrò un rametto, graffiando il terreno, strappando l'erba e incidendo la terra morbida.
-...perché non c'è nulla in tutto il Creato che possa esistere senza il suo opposto.- con pazienza, il maestro riprese la propria spiegazione, fissando lo sguardo intenso su Thor, che lo ascoltava corrucciato -È l'oscurità che definisce la luce. Il dolore che dà senso al piacere. L'assenza a renderci consapevoli della presenza.-
-Ma allora deve essere vero anche il contrario, maestro! Se l'oscurità definisce la luce, la luce a sua volta definisce l'oscurità.-
-Eccellente intuizione.- sorrise alla fine l'anziano, massaggiando l'accenno di barba -Loki, ti prego di prestare attenzione alla lezione.- quando lo ammonì, il ragazzo gli sferrò un'occhiata affilata e gelida -E non rivolgere quell'espressione rabbiosa al tuo maestro!- aggiunse sentendo l'irritazione montargli dentro. Con lentezza, Loki concluse l'ultima curva del cuore inciso sul terreno.
-Conosco già ogni idea cercherai di metterci in testa oggi.-
-Istruirvi è il mio...-
-Lavoro?- ironizzò il ragazzo -Ma certo.- lo sguardo divenne beffardo, il vecchio afferrò il bastone tenuto al fianco e scattò in piedi.
-Questa irriverenza è inadeguata per un principe, impara l'umiltà.- sbottò abbattendo la verga contro di lui. Loki sorrise e, come immaginava sarebbe successo, Thor afferrò il legno prima che potesse colpirlo.
-Questo non è in vostro diritto farlo.- la voce del guerriero si fece grossa -E non stava disturbando...- concluse con maggior esitazione, alternando lo sguardo fra suo fratello e l'istitutore.
-La sua attenzione mi è dovuta.- era esasperante avere a che fare con il giovane principe. Non c'era volta che non lo trattasse con sufficienza, volta in cui non tentasse di metterlo in ridicolo, volta in cui non si dimostrasse più arguto di ogni tranello dialettico in cui cercasse di trascinarlo.
-Sono sicuro che già conosceva gli argomenti della lezione...-
-I vostri genitori saranno informati di questo.- concluse il maestro strappando il bastone dalla presa di Thor. Scoccò un'ultima occhiata adirata a Loki e se ne andò.
Il Mistificatore tirò un profondo sospiro e si stese a terra. Incrociò le braccia dietro la testa e piegò una gamba, fissando il cielo azzurro intenso.
-Era ora che quel vecchio babbuino la piantasse con quelle scemenze.-
-Loki, ti costa tanto smettere di far incazzare quel vecchio?- sbuffò Thor andando a sedere all'ombra della quercia -Io quelle cose non le so, non mi saranno mai utili... ma mi interessano.-
-Te le posso spiegare anche io.-
-E quando? Quando non siamo insieme a fare lezione, tu sei con nostra madre a studiare e io dal maestro d'armi. Il poco tempo che ci rimane siamo così stanchi che...- si infilò le mani nei capelli, arruffandoli con fastidio -Non vedo l'ora che arrivi il nostro momento, presto potremo iniziare a guadagnare il rispetto che meritiamo, lavorando per Asgard... conosci Sif?-
-Chi? La guerriera bionda? Quella che se la tira solo perché maneggia la spada a due lame?-
-Lei. Ha due anni meno di noi, e già partecipa alle battaglie.- raccontò con ammirazione.
-Non elogiarla troppo... sta nelle retrovie.- il sorriso di Loki si fece sarcastico. Le poche volte che aveva visto Sif a palazzo, la ragazza aveva ostentato un atteggiamento a dir poco superbo. Si era goduta gli elogi di Odino, aveva raccontato le sue gesta come fosse. Gonfiandole, lo dicevano tutti, ma Thor aveva sete del campo di battaglia, desiderava farsi valere e quella Sif per lui non era che un esempio cui aspirare.
-Per chi era quel cuore?- chiese all'improvviso il guerriero. Loki si tirò a sedere, scambiando con lui uno sguardo imbarazzato.
-Per te.- rispose, facendo calare un lungo attimo di silenzio -Insieme a nostra madre, sei la persona a cui voglio più bene.-
-Anche io ti voglio bene fratello.- sul viso squadrato di Thor tornò il sorriso -Dopo la sfuriata che hai fatto contro nostro padre temevo...-
-Non è né colpa tua, né colpa di nostra madre. A voi voglio bene.-
-Dovresti volerne anche a lui, sono convinto che lui te ne vuole.- bofonchiò scrollando il capo.
-Non credo sia così. Odino non ha occhi che per te.- commentò Loki fingendo sarcasmo.
-Certo, e Frigga ne ha soltanto per te. Chi è che istruisce, eh? Me forse? Io sono il suo adorato figlio tonto.- scoppiò in una fragorosa risata, cui presto si unì anche suo fratello.
-Ma sei il guerriero che Odino voleva per figlio. E poi... io non sono suo figlio.- il Mistificatore tornò serio molto presto, stirando le labbra in un sorriso amaro.
-Non abbatterti.- Thor si tirò in piedi e andò a sedere vicino a lui. Gli diede una pacca sulla spalla -Non ha importanza cosa pensano di noi i nostri genitori. Tu sei mio fratello e finché saremo insieme, saremo una forza implacabile. Io il braccio, tu la mente. Chiunque fra me e te sarà scelto per salire al trono, saremo sempre l'uno il consigliere dell'altro. E lavoreremo insieme per la gloria di Asgard, daremo fasto a questo regno, più di quanto chiunque altro abbia mai fatto!-

Loki immerse le dita nel bacile, rabbrividendo al contatto con l'acqua fredda. O forse, a dargli quel brivido, era stato lasciarsi andare ai pensieri. Che ne era stato degli intenti appartenenti a quel passato che ricordava in modo così vivido?
-È la verità.- sussurrò -Sono indissolubilmente legato a colui che odio. Come lui lo è a me...- oscurità e luce si definivano a vicenda, esaltandosi, contrastandosi, ma mai distruggendosi. Il loro era un equilibrio costante, indissolubile -Solo la sua morte, o la mia, spezzerà il cerchio.-

Il prezzo

Loki&Thor: Fratelli di Sangue

Capitolo 4: Il prezzo

-...pace, infine!- Loki tolse dalle spalle il mantello di pelliccia e lo gettò a terra, varcando l'arco dell'anticamera della propria stanza e ripose la lancia su un sostegno.
-Mio... mio signore...- mormoro spaventata la voce di una donna.
-Per il fiato di Surtur... persino qui!- ringhiò il sovrano voltandosi con espressione gelida -Chi osa varcare la soglia delle stanze private di Loki?- domandò fissando il viso impaurito di una giovane in abiti succinti. Il tessuto a malapena copriva il seno e la vita, anelli d'oro ornavano il petto e bracciali in ottone i polsi sottili. Quando si inginocchiò deferente, il velo che pendeva dalla cintola ondeggiò.
-Il mio nome è Daia, signore. Sono una concubina.- rispose abbassando gli occhi.
-Non ho fatto alcuna richiesta del genere.- rimbeccò colmando un corno con la birra migliore.
-Sono un dono della Regina delle Norne. Per festeggiare la tua vittoria.- spiegò flebile.
-Da parte di Karnilla, eh? Non è certo difficile immaginare cosa si aspetta in cambio.- ironizzò l'uomo facendole segno di alzarsi. Daia prese coraggio e si avvicinò, appoggiandogli una mano sul braccio.
-Cosa posso fare per compiacerti, mio signore?- si impose di ammorbidire il tono, di cercare di risultargli sensuale.
-Governa al mio posto questo noiosissimo regno.-
-Mio signore?-
-Vattene, lasciami solo con i miei pensieri.- sbottò liberando il braccio dalla sua presa con un gesto secco. Daia esitò un istante, poi si voltò per andarsene. Si era aspettata violenza, non indifferenza né fastidio, né tanta incomprensibile amarezza -...e non lasciare che alcuno che abbia cara la vita osi disturbare la mia solitudine.- sibilò Loki.
-E se qualcuna non tenesse in considerazione la vita, bensì la morte, Signore di Asgard...- l'ambiente si riempì di un denso fumo grigiastro -...potrebbe costei ottenere udienza?- domandò beffarda la voce della donna comparsa nel mezzo della nebbia. Il mantello verde le si gonfiò alle spalle mentre la magia la teneva sollevata a mezz'aria. Una maschera nera, sovrastata da un palco di corna, le copriva il viso mortalmente pallido, sul quale le labbra rosso cupo si piegarono in un sorriso ironico.
-Che tu sia la benvenuta, Hela.- la voce si strozzò nella gola di Loki. Il sovrano di Asgard cadde in ginocchio, con il corno e la brocca di birra ancora strette nelle mani. Di tutte le visite che potesse ricevere, quella era l'ultima che si aspettava. E la più pericolosa.
-Sei saggio a mostrarti cortese con me, Loki Laufeyson. Siamo entrambi sovrani, ma mi basterebbe sfiorarti per renderti mio suddito.- ricordò con indifferenza la Regina di Niffelheim.
-Posso offrirti qualcosa?- domandò il Dio degli Inganni sollevando la brocca.
-Non mangio e non bevo, signore di Asgard, ma puoi sempre procurarmi il genere di nutrimento che bramo.-
-Ahimé, il conquistatore ridotto a distribuire compensi.- l'espressione dell'uomo si fece amara, lo sguardo si incupì -Ma lasciamo perdere... quale premio posso offrirti?- chiese avvicinandosi il corno alle labbra.
-L'anima immortale di Thor.- rispose chinandosi verso di lui. A Loki la birra andò di traverso. Tossicchiò nel corno, il liquido dorato gocciolò lungo le mani.
-Tu... vorresti...- balbettò il Laufeyson fissandola incredulo.
-Ciò che ho detto, signore di Asgard. Non chiedere a Hela di ripeterlo come un mendicante in cerca di elemosina.- rimbeccò stizzita la Dea. Fra loro cadde il silenzio, le mani di Loki tremarono così forte che fu costretto ad appoggiare la brocca. Si alzò lentamente, senza riuscire a staccare lo sguardo da lei -Perché la cosa sembra preoccuparti così tanto, Laufeyson? Di certo sai quanto a lungo ho desiderato avere tuo fratello fra le mie legioni a Niffelheim. Ti chiedo solo di nominare il giorno in cui diventerà finalmente mio.- Hela cercò di nascondere l'impazienza dietro ad una maschera di gentilezza.
-Non credo di capire. Di quale giorno stai parlando, signora?- il sovrano scrollò il capo.
-Quello dell'esecuzione di Thor.- rispose la regina con leggerezza.
-Io... non ho mai detto che Thor sarebbe stato ucciso.- dichiarò Loki cercando di mantenere ferma la voce.
-Su, andiamo, signore di Asgard. Quale altro destino puoi permetterti di concedergli? Lascialo in catene e finirà per spezzarle. Rinchiudilo in una prigione e abbatterà le mura. Il tuo trono poggerà su sabbia e fango finché il Dio del Tuono continuerà a vivere.- commentò suadente la donna. Come a riprova della sua crescente irritazione, il denso fumo grigio si tinse di rosso, circondandola con un'aura spettrale. Il mantello, come dotato di vita propria, si agitò alle sue spalle.
-Io non desidero la sua morte, bensì la sua perpetua umiliazione.- trovò il coraggio di spiegare il Laufeyson.
-Così era quando eri il Dio degli Inganni...- lo ammonì Hela -...e ora che il tuo ultimo inganno è compiuto, sei diventato altro da ciò che eri un tempo.- continuò con rabbia crescente. Toccò terra davanti a lui, l'espressione si fece irosa -Loki è un sovrano ora, e ha il dovere di porre il suo trono e il suo regno al di sopra delle rivalità fanciullesche.- disse gelida e carica di astio. Quel codardo di Loki si stava forse rifiutando di reclamare la propria rivalsa, di ottener vendetta, impedendole così di prevalere su Thor? Il Dio del Tuono era un pericolo, lo aveva sempre rammentato al Laufeyson e lui si era sempre detto concorde. Ora che la vittoria poteva essere completa, il nuovo signore di Asgard tentennava? Il silenzio calato fra loro come un velo gelido la convinse che non avrebbe ottenuto altro, per quel giorno.
-C'è saggezza in ciò che dici.- mormorò infine Loki. Hela stentò a nascondere la sorpresa. Fece frusciare il mantello e gli diede le spalle.
-E allora agisci secondo le mie parole, Loki Laufeyson e fallo in fretta. A lungo ho atteso di accogliere l'anima di Thor nei miei domini...- disse avvolgendosi nel tessuto verde -...e non sarò certo benevola con chi, uomo o re, si frapporrà fra me e lui.- aggiunse lanciandogli un ultimo sguardo deciso. Poi la sua figura iniziò a svanire, tramutandosi in nebbia grigiastra.

Debiti

Loki&Thor: Fratelli di Sangue

Capitolo 3: Debiti

-... come certamente ricorderai, mio signore, a ricompensa dell'assedio da me condotto agli avamposti di Odino sulle rive del fiume Gopul, mi promettesti il regno di Harokin...- proseguì pedante il guerriero. Loki, mollemente seduto sul trono, sospirò e piegò le labbra in una smorfia. Appoggiò le mani sui braccioli, le strinse fino a far sbiancare le nocche e cercò la calma dentro di sé. Si alzò e dardeggiò all'uomo uno sguardo aspro. Decise di porre fine alle udienze.
-Sono stanco di tutte queste richieste, riprenderemo la questione domani.-
-Mio signore, devo protestare! Ho atteso gran parte della giornata...- il guerriero accennò a seguirlo.
-Allora un pugno di ore in più non farà alcuna differenza.- bofonchiò il Laufeyson scrollando il capo.
-Mio signore, non mi muoverò di qui finché...-
-Bene! Ma aspetterai in ginocchio!- ringhiò il Mistificatore voltandosi verso il supplicante e la sala. Sbatté a terra l'estremità della lancia, il colpo rimbombò cupo nella sala del trono addobbata di verde, oro e nero. Dopo un istante di esitazione, tutti i presenti caddero in ginocchio, abbassando il capo per sottomettersi alla volontà del sovrano. Loki li fissò un lungo istante, lo sguardo si fece pallido e distante. Se ne andò senza un'altra parola, scivolando in una porta aperta alle spalle del trono.
Il Dio degli Inganni attraversò alcuni corridoi, scendendo verso i piani inferiori della fortezza che accoglieva la famiglia reale di Asgard. Ovunque si voltasse, le persone ammiccavano alle sue spalle, inchinandosi a forza al suo passaggio. I pochi che gli tributavano vero rispetto si limitavano ad accennargli col capo, condividendo una complicità che, forse, ritenevano ancora malsana o pericolosa.
Infine giunse alle prigioni. L'umidità trasudava dai muri di pietra, rigagnoli d'acqua scorrevano lungo la roccia rossastra, impregnando l'ambiente di un pesante odore di muffa. Vedendolo arrivare, le guardie a presidio dell'ingresso si impettirono, ma evitarono con cura di guardarlo. Loki prese dal gancio un mazzo di chiavi e proseguì per un breve tratto di corridoio. Infilò la chiave nella toppa di una cella, ma il suo sguardo fu attratto dalla porta borchiata sul fondo della galleria. Non poteva vedere attraverso il legno, ma sapeva che là dentro era stato imprigionato il più grosso dei suoi problemi, il più pericoloso dei suoi crucci e dei suoi segreti. Scacciò i pensieri, ruotò la chiave.
Entrato nella cella, il Mistificatore trovò il prigioniero tranquillo come immaginava. Heimdall, il Custode del Ponte Arcobaleno, era seduto sulla paglia, quieto e immoto. Quando vide Loki, il viso lasciò trasparire a fatica la sua inquietudine.
-Salute a te, nuovo sovrano di Asgard.- salutò Heimdall con tono incolore. La pelle nera come la notte più buia gli donava naturalmente un'aria cupa e gli occhi, dorati e luminosi, sembravano penetrare l'animo delle persone con la stessa abilità con cui superavano il velo che divideva i Nove Regni.
-Salute, Custode.- rispose il Laufeyson, restando fermo al centro dell'angusto spazio.
-Non sono più il Custode.-
-Questo è vero.- il Dio degli Inganni stirò le labbra.
-Farai meglio ad affrettarti a cercarne uno nuovo.- consigliò serio. Loki non replicò alle sue parole, limitandosi ad un pallido sorriso.
-Amora ti reclama.- annunciò il Mistificatore. Heimadall fissò gli occhi su di lui e strinse le labbra -È una povera sciocca innamorata di te da tempo immemore ormai, e lei è l'unica a non rendersi conto dei suoi sentimenti. Quanto accaduto fra voi dopo la battaglia contro Surtur e la morte di Scurge...-
-Passato.- tagliò corto il Custode -Finché non ho riavuto in consegna il presidio del Bifrost le cose erano diverse, ma quando Odino me lo ha reso, non avrei potuto restare accanto ad Amora e assolvere al mio dovere.- strinse i denti per la vergogna. Non era mai stato suo compito prender parte alle diatribe della famiglia reale, quando Loki aveva sovvertito il potere aveva consegnato le armi, senza prendere le parti di Odino. Il suo dovere era stato osservare il Ponte Arcobaleno, lo aveva fatto fino all'ultimo istante, fino al momento in cui il Mistificatore, accompagnato da un manipolo di guardie, era giunto per ordinargli la resa -Quello che desidero è soltanto tornare al mio posto.- proseguì, vedendo il sovrano non intenzionato a riprendere parola -Ho consacrato la mia vita alla custodia del Bifrost, posso concordare o dissentire con la tua presa di potere, ma il mio dovere è vegliare su Asgard osservando il Ponte e quanto accade nei Nove Regni. Nient'altro.- Heimdall sentì in bocca il sapore amaro di quella che gli sembrò una supplica. Appoggiò le mani sulle ginocchia, chiuse gli occhi. Stava supplicando Loki Laufeyson? Stava sacrificando di nuovo l'amore per il dovere?
-Non comprendo.- dichiarò il Mistificatore con un sorriso irridente -Il dovere impedisce forse di assecondare un desiderio? Se così fosse, nessuno farebbe più quello che deve.-
-Certi doveri hanno prezzi più alti di altri.- sibilò il Custode. Loki scoppiò a ridere.
-Oh, ma certo... tutta questione di convinzioni, risoluzioni.- commentò beffardo -Ovvio che certi doveri hanno prezzi più alti... se vogliamo sia così. Poveri sciocchi, fra te e Amora non so chi sia dotato di maggiore arguzia.-
-Non insultarmi, Dio degli Inganni.-
-Insultarti?- rise ancora -Gli unici che insultano loro stessi siete tu e Amora.- ribatté il sovrano. Comprese di avere fra le mani la chiave per pagare il prezzo promesso all'Incantatrice e al contempo riottenere un guardiano del Ponte Arcobaleno. Non discuteva la lealtà di Heimdall al dovere, era uno dei pochi in grado di soppesare i fatti e non guardare solo alle apparenze. Forse, quasi certamente anzi, presto o tardi avrebbe compreso i suoi motivi. O forse no, in ogni caso non avrebbe fatto nulla per metterlo in pericolo -Rivuoi il tuo compito di Custode? Asseconda Amora e il tuo desiderio, e ti renderò il tuo dovere... e il tuo onore.- Heimdall sbuffò, Loki gli sorrise di rimando. Il guerriero scrollò il capo e abbassò gli occhi sugli stivali, combattuto -Se temi che io voglia distruggere il regno, sappi che lo avrei già fatto, se lo avessi davvero desiderato. Ma non lo desidero, non lo ho fatto prima e non lo farò in futuro.- il Custode rialzò gli occhi sul sovrano, imponendosi di non esprimere il proprio dubbio. Sì, forse Loki avrebbe distrutto Asgard quella volta, se lo avesse voluto. Cosa però avrebbe impedito al fato di travolgere tutti se Loki avesse continuato a regnare? Heimdall aveva il sentore che qualcosa di grave sarebbe accaduto, una sensazione vaga che non si sapeva spiegare e che, forse, era solo il risultato dei tumulti di quei giorni. Poteva scegliere di non fare nulla, aspettare e, se in futuro ci fossero state altre guerre, scegliere per quale fazione parteggiare. Oppure poteva tornare a votarsi a ciò che sapeva fare meglio, ciò per cui si era addestrato per tutta la vita.
-Dunque per riprendere la guardia sul Bifrost dovrò accettare e corrispondere l'amore di Amora? E se io non la amassi più?- chiese a bassa voce, osservando una macchia di muffa sulla parete della cella.
-Non è questa la situazione, perché discuterne?- il tono del Laufeyson si fece irritato.
-Tornerò al Ponte.- accordò infine. Gli occhi del Mistificatore brillarono di soddisfazione.

Prigionìa

Loki & Thor : Fratelli di Sangue

Capitolo 2: Prigionìa


-Per la prima volta entro in questo palazzo da padrone.- sorrise beffardo Loki spalancando le porte della sala del trono. Vi entrò tronfio e a testa alta. Mentre percorreva la lunghezza del salone i suoi passi risuonarono cupi contro le pareti, sommergendo il più esiguo rumore fatto dalle guardie e dal piccolo seguito che era stato ammesso a seguirlo. Il Mistificatore approvò compiaciuto la scomparsa dei simboli di Odino, sostituiti da stendardi dei suoi colori, verde, nero e dorato. Si fermò ai piedi della scalinata che lo avrebbe condotto al trono, assaporando appieno il momento -Potete immaginare la sublime soddisfazione... la certa, dolce consapevolezza di aver infine ottenuto ciò che così a lungo ho bramato?- sussurrò dolce, salendo lentamente la scala. Si voltò a guardare la sala e le persone ferme in atteggiamento deferente -No...- si rispose, prendendo posto sullo scranno -Nessuno di voi può nemmeno immaginare come posso sentirmi, ve lo assicuro.-

Nei suoi ricordi, non era mai stato così appagato. Nei suoi ricordi, suo fratello e i suoi amici si burlavano di lui. Spesso Thor lo metteva in ridicolo e Sif, la bella e prode Sif, non perdeva occasione di ricordargli quanto fosse infimo.

Successe ancora, una sera in cui si trovarono a bere insieme. Presto la discussione si spostò sui meriti e sulle mancanze. Ognuno aveva avuto qualcosa da dire. L'amabile Balder si era vantato della sua abilità e nella sua grazia nel maneggiare la spada. La nobile Sif del suo coraggio e della determinazione con cui aveva sgominato orde di nemici, senza mai ripiegare o abbandonare il fianco di Thor. E Thor aveva interpellato Loki: di quali imprese egli poteva vantarsi?

-Le mie imprese, non sono certo sotto gli occhi di tutti.- rispose Loki con un tenue sorriso, smorzato immediatamente dalla fragorosa risata degli altri.

-Quindi la tua lingua vale più delle nostre spade?- lo canzonò Sif.

-Io non...-

-Avanti, fratello, rispondi. Con i tuoi sotterfugi sembra che tu non faccia altro che scappare.- rincarò il Dio del Tuono stringendo un braccio intorno alla vita della guerriera. Balder si tenne in disparte, osservando la scena con biasimo -Forse non è così? Forse non comprendiamo il tuo genio e la tua grandezza?-

-Sì, è sicuro. Come potremmo comprendere un codardo?- aggiunse Sif, una stilettata che arrivò dritta al cuore del Mistificatore.

-Lavoro per i Nove Regni esattamente come voi!- gridò Loki avvampando di rabbia -Perché un giorno mi sarò guadagnato il trono e...- e la mano di suo fratello si strinse attorno al suo bavero. Lo sollevò senza fatica, la guerriera ridacchiò sprezzante.

-Ammira colui che sarà signore di tutto! Non sei impressionata dalla sua grandezza, Sif?- domandò Thor smargiasso.

-Certo, mio amato, tremo tutta...-

-Burlati pure di me, ora che puoi, fratello, ma verrà un giorno...-

E quel giorno era arrivato, constatò il Laufeyson corrugando la fronte, ma quanta amarezza dentro di lui. Quanta acredine nei ricordi di cui era prigioniero da sempre.
Lo distrasse l'esitante richiamo di una guardia.
-Cosa c'è?- domandò a labbra strette.
-Mio signore, ti prego di volgere la tua attenzione alla sicurezza del regno. Con Heimdall in catene non c'è nessuno a custodire il Ponte Arcobaleno.- spiegò il soldato chinando profondamente il capo.
-Io... mi occuperò del problema.- rispose Loki con disapprovazione.
-Mio signore...- intervenne una voce femminile.
-Chi altri adesso?- sbuffò il nuovo sovrano di Asgard voltandosi stizzito. Una donna si avvicinò allo scranno, salendo alcuni gradini.
-La tua fedele Amora, mio signore. Di certo non mi avrai dimenticata...- replicò con un sussurro seducente. Per un istante, il Mistificatore si concesse di sorriderle grato -Come non avrai dimenticato le promesse fatte quando hai cercato il mio aiuto per ottenere proprio ciò che ora sostiene il tuo peso.- aggiunse rapida, spegnendo la letizia del Dio.
-Non ti ho dimenticata, Incantatrice. Avrai la mia gratitudine e ben più di essa.- il tono del Mistificatore si fece secco, le labbra assunsero una piega dura -Sei giunta in tutta fretta per reclamare la tua ricompensa, dunque?- si domandò se, invece, non fosse che la maga stesse portando notizie dal regno.
-Sì, mio signore. E non sono la sola.- stirò un sorriso beffardo, sottolineando con un ampio gesto la dozzina di guerrieri alle sue spalle, mercenari che non piegarono il ginocchio davanti a Loki.
-Ognuno avrà ciò che ho promesso.- il Laufeyson strinse i denti con forza, serrando gli occhi. Il viso dai lineamenti lunghi e appuntiti si fece arcigno e severo -Oro a chi ne ha domandato, armi a chi ne ha chieste, artefatti a chi li ha desiderati. E a te il tuo amore, Amora.-
-A me Heimdall.- lo corresse l'Incantatrice con una leggera risata. Colmò la distanza che la separava dal trono e appoggiò le mani sui braccioli, sporgendosi verso il sovrano. Gli occhi verdi di Loki si fissarono in quelli altrettanto verdi e brillanti di Amora. Passarono diversi attimi senza che nessuno dei due abbassasse lo sguardo -Mi avevi promesso il Guardiano, eppure le spade al soldo lo hanno trascinato nelle prigioni e ora Heimdall giace in una cella.- gli ricordò con un sibilo adirato, stringendo le mani al legno dello scranno.
-Heimdall era un pericolo per la mia presa di potere.- rispose pacato il Mistificatore. Si domandò se l'Incantatrice si fosse mai accorta di quanta passione, quanta rabbia e quanto dolore metteva nel parlare del guerriero -Sarà liberato, se giurerà fedeltà. Chi regna non è di suo interesse, no? O non hai fiducia nel suo buonsenso?-
-Non ho fiducia nel tuo buonsenso, mio signore.- rimbeccò la donna sbattendo un pugno sul bracciolo e facendosi indietro di nuovo. Loki roteò lo sguardo con una smorfia -Hai preso il potere, hai incatenato tuo fratello e lo hai mostrato al popolo. Al posto che ucciderlo seduta stante, hai promesso un'esecuzione pubblica.-
-Sarà di esempio.- il Mistificatore scrollò le spalle con disinteresse -Parlerò con Heimdall, il regno ha bisogno del Guardiano del Bifrost.- aggiunse in fretta, vedendola aprir bocca nuovamente. Con un gesto imperioso della mano anticipò la successiva protesta -Non mi importa se riavendo il suo ruolo si negherà a te per la seconda volta. Se non desidera una sposa, io non gliela imporrò.- Amora gli scoccò un'ultima occhiata gelida, ma restò zitta, scese a ritroso i gradini e si voltò verso i mercenari.
-Andiamocene.- annunciò e i guerrieri si divisero in due fila. Sfilò in mezzo a loro e, con addosso lo gli occhi incerti della piccola corte, varcò per prima i portali della sala del trono.

Dolci vittorie

Loki & Thor : Fratelli di Sangue

Capitolo 1: Dolci vittorie

Quando l'alba era sorta sulla dorata Asgard, i raggi del sole avevano iniziato a riflettersi sulle guglie d'oro e sui cristalli, illuminando di mille sfumature la pietra gialla delle costruzioni. Mentre la vita si svegliava, una manciata di araldi aveva iniziato a visitare ogni piazza della città, portando l'unico annuncio che nessun asgardiano avrebbe mai voluto trovarsi ad ascoltare. La reggenza di Odino come Protettore dei Nove Regni era crollata, diceva il proclama, tutti avrebbero dovuto raccogliersi nella piazza antistante il palazzo reale per salutare il suo nuovo signore.
E il nuovo signore non aveva tardato a presentarsi alla folla impaurita, tronfio nelle sue vesti verdi e nere, con il viso arrogantemente sollevato e cinto dall'elmo cornuto. La lancia che un tempo era stata il simbolo della regalità di Odino era ora nelle sue mani. Conquistata con il sotterfugio, sibilavano la gente gettando occhiate di odio al nuovo sovrano. Loki Laufeyson non avrebbe potuto vincere che con la menzogna, e non era possibile amare un sovrano che avrebbe portato il caos e regnato attraverso bugia e terrore.
Loki abbatté duramente la lancia sulla pietra dell'ingresso del palazzo. Il colpo risuonò aspro e forte, e zittì le genti, che alzarono lo sguardo verso di lui. Il Mistificatore sorrise loro.
-Portate mio fratello.- ordinò asciutto al terzetto di spaurite guardie affiancate al colonnato che raccoglieva il trono di pietra. Gli armigeri si inchinarono e presero congedo. Li seguì andarsene con un misto di orgoglio e compiacimento. Aveva dimesso tutta la guardia reale, non aveva potuto fare altrimenti, ma i fedeli mercenari con cui li aveva rimpiazzati sembravano soddisfatti di poterlo servire senza fare domande. Gli occhi azzurri di Loki tornarono alla folla. I cittadini erano sgomenti, terrorizzati e disorientati dal cambiamento. Li comprendeva, in fondo, ma non aveva importanza cosa ora pensassero di lui. Non erano loro l'oggetto della sua furia e della sua vendetta. Loro non avrebbero pagato. Li avrebbe governati con giustizia, come era sempre stato nei suoi intenti da quando, secoli prima, Odino aveva dichiarato che presto avrebbe passato il trono ad uno dei suoi figli, a quello più meritevole. Ma questo era accaduto prima. Prima di quel giorno, prima che lui potesse scoprire le sue vere origini.
Il Dio degli Inganni stirò un ampio sorriso sul viso e avanzò fino alla scala di pietra. Le guardie tornarono un attimo più tardi, trascinando suo fratello Thor quasi incosciente ed incatenato ai ceppi. Il tronco posato sulle sue spalle, cui le mani erano strette da anelli troppo duri e saldi perché potessero essere rotti, gravava le spalle del Dio del Tuono, piegandolo e prostrandolo. Loki guardò gli armigeri avvicinarsi e gettare Thor in ginocchio. L'assemblea fu scossa dall'incredulità.
-Asgard! Io ho sconfitto mio fratello Thor e piegato Odino. Io ho conquistato Gungnir, la lancia del comando, e con essa il trono. Asgard! Io, Loki Laufeyson, sono il nuovo sovrano e Protettore dei Nove Regni!- dichiarò l'ingannatore con un compiacimento profondo come mai ne aveva provati. Non importava che la città gli fosse contraria: il tempo li avrebbe aiutati ad abituarsi al nuovo comando. Non importava neanche che ora gli gridassero maledizioni: presto avrebbero compreso l'iniquità del regno di Odino.
Thor trovò la forza di sollevare il viso su di lui e scoccargli uno sguardo irato, rovente... e sconfitto. Loki sorrise ancora -Prostrati Dio del Tuono.- ordinò asciutto -Prostrati di fronte al tuo conquistatore.- continuò inginocchiandosi davanti a lui. Strinse una mano alle sue guance, deformandogli l'espressione. Lo respinse e si rialzò -Prostrati, com'è tuo destino, al cospetto di Loki Laufeyson.- levò le braccia, fissando il popolo incredulo -E con te si prostri tutta quanta Asgard, davanti al suo nuovo e legittimo signore.- concluse abbattendo la lancia sulla pietra.
Gli occhi annebbiati di Thor continuarono a tradire la rabbia che gli covava dentro, ma dalla posizione svantaggiosa in cui si trovava non poteva opporsi, non poteva ribellarsi. Il capo si abbassò con stanchezza, un sospiro di dolore gli abbandonò il petto. Davanti alla rinuncia del Dio del Tuono, al popolo non restò altro da fare che inginocchiarsi. E pregare perché prima o poi qualcuno rovesciasse il nuovo e legittimo sovrano.
-Basta così. Il sovrano di Asgard deve occuparsi di questioni ben più importanti dell'umiliazione di qualcuno ormai caduto così in basso. Conducetelo nelle prigioni e lasciamo che la nuova era di Asgard abbia inizio.- la gelida risata del Mistificatore ruppe il silenzio tombale in cui tutti erano precipitati. Nessuno aveva ancora trovato il coraggio di parlare. Anche la nuova corte, anche le guardie che lo servivano: guardandosi intorno, l'ingannatore li vide tutti immobili, prostrati e con gli occhi fissi a terra -Ma come? Tutti con gli occhi bassi?- ironizzò ilare -Nessuno che osi volgere uno sguardo furtivo alla divina magnificenza di Loki?- si aggirò fra le persone più vicine, accostandosi ad una donna che aveva contratto le labbra -Su, coraggio...- la invitò con tono di sfida -Eppure non molto tempo fa tutti ci guardavano dall'alto in basso carichi di derisione e disgusto. Sarà pur rimasto ad Asgard qualcuno abbastanza ardito da non nascondersi dietro questa improvvisa fedeltà.- chiese retorico, soffermandosi a guardare la giovane. Una parola e sarebbe stata sua, una parola e chiunque di loro sarebbe stato suo, ma cosa avrebbe ottenuto? Falsa approvazione? Falso rispetto? No, non era così sciocco. Si allontanò da lei con stizza, ma qualcuno, dietro a lui, gli mollò un calcio -Chi osa?- tuonò voltandosi. Un uomo e una donna avevano repentinamente tirato indietro un ragazzino che lo stava fissando con astio.
-Perdonalo, mio signore... è solo un bambino...- supplicò la madre, cingendo la vita del figlio con un gesto protettivo.
-“Solo un bambino”, dici? E in quanto tale degno forse della pietà di Loki?- sibilò il sovrano afferrando il bavero degli abiti del piccolo, strappandolo verso di sé. Strinse l'altra mano al viso del ragazzino -Loki e pietà non sono mai stati pronunciate insieme, donna! Ti appelli a qualcosa di cui il tuo signore è del tutto privo.- alle sue parole la folla trattenne il fiato -Chiedi scusa al tuo signore, piccolo.-
-Tu non sei il mio signore, non lo sarai mai. Né me lo sentirai dire. Non importa cosa mi farai.- replicò il bambino scalciando con forza per vincere la presa dell'ingannatore. Lo sguardo di Laufeyson si assottigliò iroso, gli occhi azzurri incontrarono quelli ancora più azzurri e risoluti del ragazzino.

-Tu non sei mio padre!- urlò il giovane Loki ad Odino, assiso sul suo trono di pietra scolpita. Quando aveva saputo, la furia era stata così profonda, così intensa che non era stato in grado di placarla. Era irrotto nella sala del trono, riversando insulti e veleno sull'uomo che lo aveva cresciuto. E che lo aveva ingannato, tacendogli troppe cose. Odino non lo aveva mai amato e gli aveva mentito, crescendolo nell'illusione di essere suo legittimo figlio tanto quanto lo era Thor, suo fratellastro. E non solo lo aveva ingannato, ma aveva anche cercato di usarlo. E non lo aveva mai amato, mai, mai, mai! -Io non sono figlio di Odino!- sbraitò ancora Loki, avvicinandosi a lunghi passi. Odino appoggiò una grossa mano sul bracciolo di roccia, piegandosi verso di lui -Hai ucciso mio padre e mi hai preso in ostaggio.- sì, quella era la verità. Lui era un ostaggio di Asgard, un ostaggio che avrebbe potuto impedire una guerra. Non era nulla più di una moneta di scambio -Non mi piegherò mai al tuo volere, neppure se ordinassi a tutte le armate di Asgard di costringermi a farlo!- gli aveva urlato in faccia, senza riuscire ad impedire che gli occhi si inumidissero e che lacrime di frustrazione gli rigassero il volto.

E ora quel ragazzino sembrava provare i suoi stessi sentimenti.
Il cuore di Laufeyson si riempì del dolore del ricordo, della mestizia di quell'evento da cui tutto aveva avuto origine. Se solo Odino avesse parlato, se lo avesse reso partecipe dei suoi piani, se avesse detto la verità... se solo Odino avesse avuto il coraggio delle proprie azioni, forse il suo cuore non sarebbe marcito.
L'espressione di Loki si rabbonì, lasciò a terra il bambino e gli appoggiò le mani sulle spalle, in un gesto paterno e rassicurante -Piccolo uomo, non devi disprezzare il tuo nuovo signore per ciò che di lui senti sussurrare da altri. Un tempo ero proprio come te... giovane, solo e pieno d'odio...- si inginocchiò davanti a lui, continuando a trattenerlo. Indicò la folla chinata e gli sorrise con gentilezza -E guarda ora dove sono arrivato. Che ti sia d'ispirazione a sognare dove potrai giungere tu, un giorno, con questo tuo carattere.- disse sollevandogli il viso abbassato e impaurito. La madre del bambino portò le mani alla bocca, terrorizzata dalla scena. Il marito, al suo fianco, la abbracciò pur senza riuscire ad esserle di conforto -Il mio regno sarà un regno paritario, che premierà il carattere e la volontà, e chi saprà darsi da fare. Tu sarai il mio coppiere.- dichiarò strappando il ragazzino dai genitori, sospingendolo verso una serva -Preparatelo.- comandò mentre la madre scoppiava in lacrime e il padre lo fissava con la supplica nello sguardo. Ricambiò l'occhiata con supponenza -Oh, non crucciatevi... ha guadagnato un futuro migliore.- concluse ironico, dando loro le spalle. Si avviò a grandi passi verso l'ingresso della sala del trono -Sfollate tutte queste persone e riportare mio fratello nella sua cella.- ordinò agli armigeri, che si affrettarono a disperdere le persone e a sollevare di peso Thor.
Era così, nell'astio e nell'incomprensione, che era destinata ad avviarsi una nuova e grande era per Asgard? Era fra quell'astio e quell'incomprensione che Loki Laufeyson avrebbe regnato? Non importava, si disse il Mistificatore. A quei problemi avrebbe pensato dopo, ora era giunto il momento di godere delle comodità della sala del trono. Della sua sala del trono.

lunedì 16 febbraio 2015

Chi ha incastrato Christopher Paolini?


christopherpaolini 

Originariamente apparso su Isola Illyon.

L’ultima volta che Christopher Paolini ci ha dato notizie certissime è stato al Lucca Comics & Games del 2012, quando è stato uno degli ospiti principali dell’area games (invitato niente di meno che da Terry Brooks!). In quell’occasione ha rivelato il progetto di un quinto libro del Ciclo dell’Eredità (di cui attualmente fanno parte Eragon, Eldest, Brisingr, Inheritance) e di un libro di fantascienza. D’altro canto, come non capirlo? Dopo quattordici anni di alacre stesura di canovacci fantasy, è più che lecito sentire forte il richiamo verso altri generi ancora inesplorati. Ha dichiarato proprio testuali parole, che “non importa in che genere sarebbe entrato, anche quello dei romanzi rosa sarebbe andato bene” … l’importante è che non fosse di nuovo fantasy.
Ha scelto per la sci-fi e a noi non dispiace, anche perché è un grande fan di Dune, Alien, Doctor Who, Starship Troopers, Terminator e di John Carpenter (che fa genere a parte) e questo potrebbe significare che il genere, in fondo, lo mastica eccome. Anche se, lo sappiamo bene, fra essere appassionati di qualcosa e saper scrivere in quel genere c’è sempre un abisso.
Inoltre, grazie ad un attento spettatore, al LC&G del 2012 a Paolini venne posta una domanda cruciale: avremo mai un adattamento a fumetti del Ciclo dell’Eredità? E Christopher rispose che lui lo vorrebbe, che gli piacerebbe lavorare con un illustratore per dar vita al suo mondo e che, essendo più libero dagli impegni, avrebbe potuto pensarci seriamente. Ecco, altra carne al fuoco.
Parrebbe che la gestione di questa grigliata gli stia risultando piuttosto complessa. Fino ad ora i libri del Ciclo dell’Eredità sono usciti con regolarità a distanza di massimo tre anni l’uno dall’altro. Ora siamo ben oltre questa soglia, perché Inheritance è del 2011. Né si hanno notizie di nuovi adattamenti cinematografici, perché per la 20th Century Fox il progetto è stato un po’ un flop, viste le asprissime critiche ricevute dai fan. Paolini stesso riconosce che il regista e lo sceneggiatore, rispettivamente Stefen Fangmeier e Peter Buchman, hanno voluto trasporre la loro idea del mondo di Eragon e non quella dell’autore, e quindi dei fan. Un cambio di vedute che si è concretizzato in un film passato sottotono e, ormai, in quasi dieci anni di silenzio, i quali sembrano confermare che non se ne farà più nulla dell’adattamento per grande schermo. E speriamo che a nessuno venga la malsana idea di farci una serie tv, come ultimamente sembra andare tanto di moda.

christopherpaolinieragon
Beh, dai… almeno c’era John Malkovich. Come dite? Non è servito a niente, eh?
Ma Paolini se lo potrà davvero permettere di continuare ad aspettare e rimandare l’uscita del quinto volume del Ciclo dell’Eredità? Sappiamo di per certo che la sua intenzione primaria è far arrivare in libreria il libro sci-fi, a riprova del suo desiderio di evadere dal fantasy e, forse, anche di rinnovarsi come autore, dimostrando di essere più versatile di quando lo abbiamo conosciuto con Eragon. E si sa: per l’editoria la versatilità di uno scrittore è fondamentale. Significa che ti si possono commissionare libri anche fuori dal tuo genere, e avere comunque la tua firma (cioè la tua fama) e il tuo tocco (cioè i tuoi numeri di vendita).
Con cinque pagine di sci-fi al giorno, ci sarà però molto da aspettare per avere questo prodotto fra le mani… e ci sarà da aspettare ancora di più per tornare nelle terre di Alagaesia.
I fan smetteranno di essere tali? Probabile, soprattutto in Italia dove siamo abituati a seguire l’onda della monda e dopo tre libri ci stufiamo di un autore. Con le dovute eccezioni, si intende – ma prima o poi anche George R. R. Martin passerà di moda per fortuna.
Ci sarà un continuo apporto di nuovi lettori alle opere di Paolini? No, molto improbabile. I libri alti non piacciono molto al pubblico italiano. Inoltre, se nel nostro Paese un libro finisce nel dimenticatoio difficilmente uscirà dallo sgabuzzino. Ci resterà fino a che una nuova onda di fama non spazzerà la polvere dalle cantine. Questo processo, però, in questo preciso momento dell’editoria è estremamente difficile, visto il continuo (e forse eccessivo) ricambio di mode, sempre così forti da mangiarsi ampi pezzi di mercato senza lasciare troppo spazio alle alternative.
Insomma, almeno sul versante mercato italiano sarà molto difficile che Paolini riesca a recuperare il terreno perso con solo un paio di anni di ritardo rispetto al suo normale ritmo. Anche perché, devo ricordarlo, se Eragon ha venduto molto e la critica è stata entusiasta di quello che all’epoca era un giovane autore, con Inheritance i numeri sono calati. Sia sul frangente delle vendite, che su quello delle stelline e su quello dell’apprezzamento dei fan stessi, i quali hanno considerato questo capitolo di passaggio con troppe poche risposte e troppo poca sostanza.

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Choose your beast. FIGHT!
Penso che le pagine del Ciclo dell’Eredità siano eccessive, perché con un’altezza del genere sicuramente c’era possibilità di tagliare, soprattutto a fronte di una scrittura a volte troppo tradizionale – ovvero pesante. E troppo descrittiva per questo momento della letteratura, che vuole qualcosa di più veloce, fresco e diretto, anche infarcito di parolacce e scambi di battute salaci oltre che sagaci – e queste sono carte che hanno decretato il successo di Martin.
Però, penso anche che Paolini, se non riuscirà a trattenere il successo, sarà una perdita per il mercato editoriale. Se non apprezzo particolarmente il suo modo di scrivere e fare trama, non posso che apprezzarlo come autore dalle mille passioni e sfaccettature, con un bagaglio culturale in ambito fantasy e fantascientifico davvero invidiabile e, ne sono certa, questo concorre a dargli buone idee, interessanti e varie. C’è ancora bisogno di autori appassionati, oltre che tecnici. C’è bisogno di autori che continuino a scrivere le storie che vorrebbero leggere, oltre a quelle che vendono. C’è bisogno di autori con enormi progetti in testa e tanta passione: sono quelli in grado di trasmettere le emozioni più grandi.

Golem: il futuro del fumetto è già presente


golemlrnz Originariamente apparso su Isola Illyon.

L’avventura di Lorenzo Ceccotti, in arte LRNZ, con Golem era iniziata anni fa, quando nel 2010 aveva pubblicato il suo primo capito su PicNic, rivista autoprodotta con il collettivo dei Superamici di cui faceva parte. Poi più niente, fino a che BAO Publishing è riuscita a convincere questo geniale autore a rinchiudersi al lavoro per sei mesi e a dare alla luce un progetto su cui ragionava da ben vent’anni.
Così possiamo finalmente avere fra le mani la nuova fatica di LRNZ: Golem, una graphic novel italiana di genere fantascientifico distopico che, però, non ha nulla a che spartire con il resto della produzione del nostro Paese. Si tratta di qualcosa di diverso dalle classiche opere italiane, in cui (escluso il fumetto seriale) affrontare la fantascienza è ben difficile. Più fortuna si ha con i temi sociali, ma sempre legati a microrealtà, e visti con risvolti personali. In Golem, invece, si trova qualcosa di più: ci si immerge in un mondo intero, e la vastità dei personaggi presentati, delle situazioni e dei temi dà proprio la sensazione di una realtà curata a 360 gradi. Forse è questo il grande punto di forza dell’opera di LRNZ: essere ambientata nel futuro ma sfruttare temi del presente, essere il nostro Paese ma irriconoscibile, suggerirci che quelli siamo proprio noi ma in altre vesti. È questo, forse, il punto di forza della distopia.


Roma, anno 2030 – L’Italia fa parte della Lega Eurasiatica e, dopo un periodo buio, finalmente torna a conoscere il benessere. Un benessere portato all’estremo anche grazie all’incredibile sviluppo tecnologico, sfociato nel consumismo più sfrenato. Quattro corporazioni governano ogni cosa e le persone sono controllate attraverso i “desmophone”, auricolari ormai indossati da chiunque che permettono di interfacciarsi direttamente con qualsiasi superficie come fosse un touchscreen. In questo mondo di apparente felicità, saranno Steno e la sua amica Rosabella a costituire il fulcro della storia. Steno, ragazzino un po’ strano e fuori posto, vessato dagli incubi, è la chiave per svegliare le persone dalla condizione di alienazione in cui ormai vivono… e per raccontare a noi che i sogni possono davvero cambiare la realtà. Ad affiancare Steno nel suo “percorso iniziatico” costellato di loghi di multinazionali e simboli archetipici ci saranno, oltre a Rosabella, anche i dodici ribelli Shorai e un Golem, con i quali il ragazzino andrà contro l’autorità del tanto tormentato quanto dispotico Generale X. C’è una grande domanda che questo racconto ci lascia: possono davvero i sogni prevalere sul capitalismo?
Sono già state rese disponibili le prime pagine del fumetto, che potete raggiungere qui.
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La cosa che colpisce di più di Golem è sicuramente l’impatto visivo. Le tavole sono grandi e di ampio respiro, sensazione alimentata dal colore luminoso, in contrasto con i toni scuri e cupi di quelle a doppia pagina. Anche le figure ben contornate di nero, una scelta che alcuni autori scansano perché rivelano errori di proporzioni o di prospettiva, sono usate senza paura donando una dinamicità ancora maggiore, sottolineando la differenza fra lo sfondo e le figure in primo piano.
Per quanto riguarda le influenze che hanno portato LRNZ a creare la componente grafica in questo modo, è difficile definirle tutte. Da appassionata di fumetti, la prima sensazione che mi ha investito è quella di esser stata gettata in un’opera a metà fra il pop di Andy Warhol e i fumetti di Moebius: ho ritrovato gli stessi toni di colore, addirittura gli stessi accostamenti. Da un lato rassicuranti, dall’altro così contrastanti da disturbarmi.
In merito a questo c’è però da tenere presente che LRNZ è un grafico, prima che un fumettista, e questo si riflette nella carenza della sceneggiatura di Golem. Se alcuni personaggi riescono ad essere ben caratterizzati, altri possono essere dimenticati e altri ancora passano in sordina e vengono ignorati a causa del numero ristretto di pagine. Anche la questione religiosa, ben presente nel primo capitolo comparso su PicNic, qui viene solo bisbigliata, seppur una delle quattro corporazioni al comando sia proprio il Vaticano.
Purtroppo, la scelta di utilizzare moltissime tavole che riempiono addirittura una o due pagine, a volte senza traccia di balloon, è penalizzante sotto il punto di vista dello spazio narrativo, perché ne toglie quando invece, in una graphic novel, ne servirebbe un po’ di più.
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Il punto di merito più grande di LRNZ è, però, quello di portare il fumetto in nuova generazione, più tecnologica, più avveniristica, straordinariamente futuristica. La sci-fi, questa volta, la abbiamo in mano – una sensazione che merita di essere vissuta, anche perché molto più a portata dei Google Glass.
In più le 290 pagine edite dalla BAO Publishing sono corredate da un chip NFC nascosto all’interno del volume: infatti verrà a breve rilasciata un’app studiata appositamente per Golem! Funzionalità? Scansionando il fumetto sarà possibile leggere “oltre” le pagine, individuare contenuti nascosti e avere accesso al materiale extra che verrà pian piano rilasciato: nuove tavole, spin-off e storie collaterali!
Secondo me Golem vale anche solo per questo.
In definitiva, sleggiucchiando qua e là, mi sono accorta che tutti hanno visto nell’opera di LRNZ influenze infinite. Akira, Moebius, Evangelion, Miyazaki… e io aggiungerei anche Orfani, perché la lotteria è un punto cardine di Orfani: Ringo, e qui la ritroviamo come gioco d’azzardo al prelievo al bancomat. Come se il mondo artistico italiano immaginasse il futuro del nostro Paese legato all’azzardo, piuttosto che al sano impegno lavorativo: non è poi così incredibile, no? Non mi stupisco di questo, comunque, perché LRNZ ha partecipato al concept design di Orfani e, ora, Golem cavalca l’onda smossa dalla SBE e portata avanti proprio dalla BAO Publishing, regalando all’Italia un prodotto eccellente e innovativo.

Recensione alla beta multiplayer di Halo 5

Originariamente apparso su Isola Illyon.

Quando è arrivato l’annuncio dell’apertura della beta multiplayer di Halo 5 credo che in molti abbiano pensato: “finalmente, era proprio ora”! Questo nuovo titolo firmato 343i è quasi certamente uno dei più attesi del 2015, uno di quelli che si prospettano di maggior successo.
Visto il seguito avuto dalla beta, direi che le aspettative della maggior parte sono state soddisfatte… e a ragione, poiché già solo in questo formato piuttosto limitato il multiplayer si è dimostrato sotto molti punti di vista eccezionale.
Eccezionale e adrenalinico, perché tutti gli aggiornamenti fatti da 343i sembrano per ora suggerire la volontà di imporre al gameplay una maggior dinamicità, ottenendo l’effetto di partite molto rapide e mai uguali. La maggior rapidità di gioco ha però creato un divario immediato fra chi gioca e chi gioca molto bene, con il risultato che per molti le partite sono state frustranti: diciamo che essere sempre sotto di 10 uccisioni rispetto alle volte in cui si è morti non piace a nessuno. Tuttavia la beta non è rappresentativa della qualità di gioco all’uscita del prodotto, sono certa che molti si abitueranno presto alla nuova mobilità degli spartan.

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Non c’è molto da dire: avere fra le mani uno Spartan è sempre un’emozione.
Lode ai ragazzi della 343i, che sono finalmente riusciti a rendere più rapido il sistema per la ricerca dei match, veramente lento negli scorsi titoli. Ora il tempo di attesa medio si attesta sui 30 secondi.
Menzione d’onore al miglioramento del motore grafico, che ora gira a 720p e 60fps. E Halo a 60 frame per secondo è veramente spettacolare: 343i ha del tutto eliminato quei fastidiosi “scatti” che si vedevano in alcuni punti dei vecchi giochi e reso l’azione ancora più fluida.
Da lodare è anche l’attenzione posta a conservare materiale dei titoli più vecchi, fra cui innanzitutto le mappe. Molte sono remake di aree già viste, ma a giocare quelle nuove, tutte abbastanza ristrette da essere ottime per il 4 vs 4 (giustamente un po’ frenetico), ci si è accorti subito dell’intenzione della 343i di rendere la cooperazione ancora più importante: Crossfire è eccellente per il gioco di squadra; Empire, invece, presenta una così ampia diversità di situazioni da rendere importante la collaborazione con altri giocatori… giusto per non essere headshottati alle spalle senza possibilità di appello.
Proprio Empire è la mappa che, a mio avviso, incarna in modo migliore la volontà della 343i: dal gusto un po’ industriale, composta da ambienti interni e esterni, con tanti punti ciechi quante aree strette e spazi aperti, è quella che ho notato essere più apprezzata. La eleggerei immediatamente la “miglior mappa di sempre”, anche perché l’arma importante da contendersi è il fucile da cecchino, e tutti sappiamo cosa significa litigarselo. Da paura!
Particolare notato da alcuni, taluni punti appaiono a risoluzione leggermente peggiore di tutto il resto. Punti che, in sincerità, non si notano neanche, ma che ci sono. Per quanto mi riguarda, in una beta sono irrisori… purché vengano sistemati per l’uscita di Halo 5 (prevista per l’autunno 2015).
Un colpo al cuore (in positivo) è il maledetto respawn casuale delle armi. Maledetto perché rende impossibile imparare a memoria dove vengono caricate le armi potenti delle arene (nei vecchi titoli i giocatori sapevano i punti di spawn a memoria). Si tratta di una interessante innovazione che rende il gameplay ancora più vario, quindi lode al respawn casuale!

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Uno scorcio di Empire, sicuramente la mappa più riuscita di questo beta.

Abilità Spartan
Abbiamo innanzitutto assistito ad un cambio del sistema di puntamento. Con lo Smart Scope non si perde velocità di fuoco e, soprattutto, lo zoom si disattiva quando colpiti e questo impedisce l’abuso del mirino. Inoltre, se si attiva lo Smart Scope mentre si è in salto, si attiva anche il jetpack dello spartan, potendo così restare in aria per qualche utile secondo in più. Questo nuovo sistema di puntamento riesce ad unire il classico Halo con qualcosa di più interessante. Sulla corta/media distanza si può continuare a sparare senza prendere troppa mira (seppure il cerchio di fuoco sia stato ridotto). Sulla media/lunga distanza, invece, diventa interessante sfruttare lo Smart Scope e questo è qualcosa di nuovo per Halo, ma di già visto e ampiamente apprezzato per altri fps.

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Non fosse così lenta da caricare, la picchiata spartan sarebbe eccellente. Ma è lenta.
Per quanto riguarda le abilità degli spartan, sono sicura che ci sia ancora da aspettare per vedere la parte interessante, ma anche in questo caso ci sono stati interessanti cambiamenti. Primo fra tutti, il fatto che adesso, quando uno spartan salta ma non riesce proprio bene a raggiungere la nuova altezza, entro certi limiti può aggrapparsi con la mano e tirarsi su. Era ora, che ne dite?
Seconda cosa, ora abbiamo degli spartan decisamente più scattanti, grazie alla Carica Spartan: basta qualche secondo di corsa per acquisire una notevole velocità e spiaccicarsi addosso ad un nemico infilzandolo senza pietà con una lama energetica.
In terza battuta, oltre al solito cazzottone, fra le abilità di combattimento corpo a corpo ora c’è la spallata, che getta a terra il nemico e ci permette di massacrarlo più agevolmente. Quando la spallata va in porto, perché se non funziona… vabbè, sono i rischi del mestiere.
Interessante risulta anche la Picchiata Spartan che, lo giuro, quando ho sentito per la prima volta mi ha fatto infilare le mani nei capelli. Poi la ho rivalutata, perché in effetti questo leggero attacco ad area (eseguibile a mezz’aria) è una interessante strategia per seminare il panico, piombando fra i nemici, stordendoli e magari gettarne uno a terra. Certo che, lanciarsi su una o due nemici può essere fattibile, già su tre sei morto ancora prima di finire di saltare e questo anche a causa del lungo tempo di caricamento richiesto dall’attacco. Quindi a conti fatti forse la Picchiata è la cosa meno interessante che è stata inserita.
Le abilità non sono configurate come in Halo 4: niente punti esperienza per sbloccarle, ma ancora deve essere rivelato come di preciso sarà organizzata la loro acquisizione – ammesso ci saranno degli extra oltre alle abilità comuni mostrate nella beta.

Modalità di gioco
Riguardo alle modalità di gioco, abbiamo visto il solito… più due.
A fianco del classico Massacro, troviamo infatti Breakout e Stronghold (che lascio in inglese, perché checché ne dica il web, ancora non ci sono traduzioni ufficiali).
Breakout a me non piace, nonostante pensandola correlata all’arena Crossfire, molto pulita e semplice, acquista senso. La sostanza degli scontri in Breackout è uccidere tutto il team avversario per cinque volte, guadagnando così la vittoria. Niente armi sulla mappa, solo una magnum, un SMG e una granata, in più niente scudi… con la magra consolazione che neanche si possono fare headshot. Tutto si gioca sulla strategia di gruppo e sul culo di non svoltare l’angolo sbagliato nel momento giusto per gli avversari. Non so se la mia antipatia per Breakout sia determinata dal fatto che è qualcosa di un po’ avulso per Halo, o per semplice non abitudine a questa modalità che, in effetti, richiede molta coordinazione… e un team di persone che magari si conoscono, che magari parlano fra loro (magari la stessa lingua): cose che nella beta non è stato possibile avere. Aspettiamo con ansia conferme o correzioni.
Stronghold, al contrario, mi pare veramente ganza. Ok, il termine è tamarro, ma stiamo parlando di un gioco tamarro, quindi passatemelo. Il punto, in questo caso, è di controllare tre “checkpoint”, tre aree del territorio e guadagnare la vittoria. Una volta arrivati nel punto, bisogna mantenere la posizione e gli altri del team devono aiutare a tenere lontani i nemici, se non si vuole rendere la zona contesa e dover ricominciare l’acquisizione. Due territori controllati, danno un punto. Trovo questa modalità molto equilibrata fra il Massacro e un gioco più strategico, esattamente del genere che mi piace.

Armi e armature
Ci siamo restati tutti di merda. Tutti, indistintamente. Prima c’è stata incredulità, poi è partita la caccia. A cosa? All’SMG. Che torna con una potenza di fuoco imbarazzante e per molti versi risulta migliore del classico fucile d’assalto! Si spera che la 343i riequilibri la situazione delle armi. Almeno un po’.
Poi, tanti design nettamente migliori e, per ora, solo due introduzioni. La prima è una variante spaccona della lama energetica, ovvero la Prophet’s Bane.
La seconda è l’Hydra MLRS… un’altra arma imbarazzante. Che il bersaglio abbia lo scudo quasi vuoto, a metà o intero, se viene colpito non ha scampo. Con l’Hydra è davvero one shot, one kill! Comunque niente di stravolgente o nuovissimo: è una specie di versione UNSC dell’arma covenant catalogata come “Cannone a munizioni guidate Tipo-52”. La cosa fondamentale da sapere è che fa male, tanto male.

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L’hydra… l’indicibile hydra. È grosso e fa male, è una di quelle armi che i videogiocatori vorrebbero sempre avere in mano.
Sulla sponda armature, la 343i ci ha tenuto davvero a sventolarci davanti quattro armature che ritroveremo in Halo 5 e in The Master Chief Collection (se riusciremo a sbloccare alcuni obiettivi). Questo particolare sembra confermare quanto la raccolta non sia andata bene, ma c’è da dire che vedere le armature in anteprima è stato veramente bello.
Troviamo la Mark VI [GEN1], vecchia, pesante e obsoleta, ma che ormai è così familiare che molti giocatori continuano a preferirla a tante altre. Per la beta ce la hanno concessa anche nella versione rovinata, perché fa più fashion… e ci ricorda le tante botte prese dalla Mark VI indossata da Master Chief. A fianco di questa vecchia gloria, ci sono anche Aviator e Defender di Halo 4, e Centurion di Halo 2 Anniversary.
Poi c’è la mia preferita, la Helioskrill, con un design decisamente snello, ma un po’ “alieno” per Halo. La trovo bella e interessante proprio perché si discosta dal classicismo che questa serie di titoli ha a lungo mantenuto. Il casco un po’ “insettoide” e la punta degli stivali divisa risultano accattivanti, ma è inutile dire che è quella che è piaciuta di meno.
Infine, la quarta ed ultima è Nightfall, che riprende quelle indossate dai protagonisti della miniserie tv Halo: Nightfall, e che viene usata proprio perché particolarmente adatta a far fronte a mondi inospitali.
In ogni caso, questo la 343i lo ha specificato molto bene, quelle che abbiamo visto sono ancora versioni provvisorie, che subiranno dei miglioramenti prima dell’uscita di Halo 5. C’è ancora quindi da vedere come sarà concesso combinarle alla fine, cosa verrà aggiunto e cosa verrà tolto.
La possibilità di scegliere il sesso del personaggio, influenza l’aspetto finale delle armature… e regala una piacevole sorpresa durante il gioco, poiché gli spartan parlano con voce adatta al sesso, commentando passo passo le proprie azioni e conquiste.

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Diciamo che il primo impatto con quest’armatura, la helioskrill, è un po’ strano, ma a guardarla bene non è fantastica?
Accoglienza della critica: ma è Halo, o è CoD?!
A vedere come gli avversari ti bulleggiano finita la partita, potrebbe pure essere Tekken. Note ironiche a parte, trovo che coloro che lo paragonano a CoD siano quei personaggi che devono per forza trovare qualcosa di negativo in tutto. Comunque, sono la minoranza, perché in generale la critica è stata molto molto buona: sono fioccati i voti pieni e quelli appena inferiori al punteggio massimo.
È indubbio che con la Reclaimer Trilogy, iniziata con Halo 4, la 343i abbia voluto dare un taglio leggermente diverso, personale e moderno. Halo si è sempre configurato come uno dei fps più facilmente abbordabili (da qui parte del suo grande successo), questo soprattutto grazie ad un gameplay semplice e snello. Con Halo 4 non si è aggiunto peso al gameplay, ma lo si è reso un po’ più interessante con le abilità degli spartan e su questa linea si è proseguito verso il multiplayer di Halo 5.
Ora c’è lo Smart Scope, mentre prima non serviva mirare tanto? Beh, non serve neanche adesso, hanno semplicemente aggiunto una possibilità. La vuoi usare? La usi. Non la vuoi usare? Non usarla. Ma questo particolare di certo non rende Halo un nuovo Call of Duty, né tanto meno una ricopiatura di altri fps (come invece ho sentito dire). La 343i ha lasciato ad Halo la sua personalità, ed è questa la cosa veramente importante. Possono davvero il mirino, le abilità, il gameplay più dinamico e le altre innovazioni aver denaturato Halo? Perché mai la Helioskrill, innovativa nel design in ambito Halo, dovrebbe indicare un prodotto che non rispecchia il leggendario e ormai (un po’ troppo) idealizzato Halo? Parlo da appassionata.
Penso che ancora una volta la verità è che ci si vuole lamentare. Fosse stato identico agli Halo della Bungie, ci si sarebbe lamentati che non è cambiato niente. Si cambia, e ci si lamenta perché denaturi. Non si può mica sempre avere la botte piena, la moglie ubriaca e l’uva nella vigna!
Questo è Halo, è Halo più che mai e figo come non lo è mai stato!